Quando ci troviamo davanti al banco delle carni, è bene spendere quei pochi minuti che occorrono per consultare attentamente le etichette, che non fungono altro che da carta d’identità di ciò che porteremo in tavola. Quando perciò consultate un’etichetta, siate ben accorti che questa contenga:

– il nome e l’indirizzo di chi ha sezionato l’animale e confezionato il taglio;

– il peso e la denominazione commerciale (specie, categoria, taglio);

– la data di scadenza;

– la modalità di conservazione;

– nazione di nascita, di allevamento e di macellazione, nel caso dei bovini.

Esistono poi una serie di informazioni aggiuntive, come l’alimentazione a granaglie biologiche, che sono approvate dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e sono soggette a rigidi controlli per garantirne la veridicità.

Oltre a saper scegliere una carne di qualità è anche importante essere in grado di conservarla, soprattutto durante il trasporto dal supermercato a casa. Se il tempo impiegato per arrivare a casa prende più di due o tre ore e la temperatura supera i 25°C è bene utilizzare una borsa termica. In generale, potete conservare la vostra carne in tre modi differenti:

> Fresca: ricordate di metterla in frigorifero a 4°C, ma i tempi di conservazione non sono esageratamente lunghi, considerate sei o sette giorni per i tagli interi, tre o quattro per carne in pezzi e bistecche, uno o due giorni per carni macinate e carpacci.

> Congelata: in questo modo la carne può essere conservata per lungo tempo, fino a dodici mesi per i bovini, sei per i suini e tre per i volatili. Ricordate però che dopo aver scongelato la carne, è preferibile non ricongelarla: non per motivi igienici, ma semplicemente perché ne risente la qualità finale.

> Sottovuoto: è l’ideale per carni come i salumi. Non preoccupatevi del colore cupo della carne attraverso la busta: riprenderà la sua colorazione naturale quando sarà di nuovo esposta all’aria.

Come riconoscere però una carne mal conservata? Innanzitutto, la carne “a crudo” perde acqua, le parti grasse si presentano giallognole mentre le parti magre sono solitamente rosso scuro o marroni tendenti al violaceo. Infine, vi accorgerete subito del cattivo odore, dovuto alla proliferazione microbica.

Federica Caiazzo

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