Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” è la celebre frase di Antonie Lavoiser (chimico e biologo francese) che anticipò la legge della conservazione della massa, pilastro della chimica e della biologia.

Senza accorgercene questa legge si applica tutti i giorni nelle case di migliaia di persone che portano a tavola il piatto del giorno. Difatti si cucina consumando energia e ci si nutre per ottenerne altra.

Dentro ogni piatto si nascondono altre energie conservate in ogni singolo alimento che lo compone, un insieme di potenziali che parte dalla coltivazione della pianta per ottenere l’alimento che si ritrova sugli scaffali del supermercato.

Questo spiega perchè il sistema agroalimentare è un insieme di percorsi che parte dall’agricoltura (alla base i tutti gli alimenti), passa per l’industria (trasformazione del prodotto, imballaggio, trasporto) e termina con la cottura (ove necessario).

L’insieme di queste fasi e la loro energia, lasciano un impronta sul Pianeta che negli ultimi anni è diventata sempre più preoccupante.

Le conseguenze sul Pianeta

La progressiva riduzione del biodiversità, una produzione agricola con un impatto eccessivo sull’ecosistema e il degrado ambientale sono le conseguenze degli impatti ambientali legati alla produzione e al consumo di ogni singolo alimento. Conseguenze che hanno riportato all’attenzione l’importanza che la sostenibilità alimentare ha in tutte le sue forme, comprese la dieta.

Nasce cosí un nuovo stile alimentare…

Nel 2010 la Comunità Internazionale ha riconosciuto l’esigenza di trovare una definzione a una serie di principi guida per i regimi alimentari al fine di affrontare il prolema legato alle diverse fasi della catena alimentare. La definizione finale presentata e approvata dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e dalla Biodiversity International afferma che:

«Le diete sostenibili sono diete a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale, nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future.
Le diete sostenibili concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, economicamente eque e accessibili, adeguate, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizzano le risorse naturali e umane».

Viene così stabilita l’interdipendenza tra la produzione e il consumo di cibo, senza trascurare quelle che sono le raccomandazioni nutrizionali e le esigenze alimentari.

Quali sono i vantaggi di una “dieta sostenibile”?

Da un punto di vista ambientale le diete sostenibili possono ridurre di molto l’utilizzo di materie prime preziose come l’acqua e terreni fertili e minimizzare le emissioni di Co2, responsabili dell’inquinamento atmosferico.
Inoltre, questo “nuovo” regime alimentare si conquista l’amicizia del Pianeta offrendo una possibilità di rinascita alla biodiversità alimentare con la promessa di valorizzare i numerosi alimenti tradizionali e locali.

Quello che fa bene a te, fa bene anche al Pianeta!

Nel 2010 la fondazione BCNF elabora un modello alimentare che va sotto il nome di “Doppia Piramide“. All’iconica Piamide Alimentare, se ne affianca una nuova: la Piramide Ambientale. Mentre la prima evidenzia l’impatto degli alimenti sulla nostra salute, la seconda raffigura l’impatto ecologico dei diversi cibi sull’ambiente.

Nella Piramide Ambientale in alto si trovano gli alimenti la cui produzione inquina di più (carni e latticini) e che andrebbero consumati con moderazione e in basso quelli più sostenibili (frutta, verdura e cereali) da assumere più frequentemete. Affiancando le due piramidi si può notare come la classificazione degli alimenti non sia poi tanto diversa: i cibi più sani sono anche quelli più ecologici.

Un esempio di dieta sostenibile

Nella dieta sostenibile le variabilità agricole, alimentari, nutrizionali, ambientali e socioculturali interagiscono tra di loro. Non sorprende quindi che tra gli esempio di diete sostenibili la FAO cita la dieta mediterranea. In particolare, alcuni studiosi dell’Istituto Agronomico Mediterrano di Montpellier sostengono che la dieta mediterranea tradizionale possa essere considerata sostenibile per diversi aspetti.

In primo luogo per le pratiche e tecniche con cui vengono preparati gli alimenti e in secondo luogo per i numerosi cibi di cui è stato dimostrato il beneficio sulla salute, come l’olio d’oliva, il pesce, la frutta e la verdura, i legumi e le spezie.

E infine, a fare da sfondo al benessere e alla sostenibilità, sono la forte ereditarietà culturale e le tradizioni che fanno parte da secoli della dieta mediterranea.

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