Siamo a Lanzarote per passarci una settimana. Certo, le spiagge sono intriganti, ma spesso c’è vento e poi si ha anche voglia di entrare nell’anima dell’isola, di conoscerla. Dove ci dirigeremo?

Ecco la mia personale lista delle attrazioni da vedere, il minimo per poter dire di aver conosciuto Lanzarote.

Jameos del Agua

È la grotta vulcanica più famosa dell’isola, il cui accesso si è formato per un crollo spontaneo della volta.

A renderla particolare è la presenza di un laghetto salmastro formatosi per trasudazione di acqua marina in cui vive una specie unica ed endemica di granchio, il Munidopsis polymorpha, lungo appena un centimetro, albino e cieco.

La grotta è stata valorizzata dall’intervento del famoso artista di Lanzarote César Manrique che l’ha trasformata in un ambiente unico e particolarissimo.


Cueva del Los Verdes

Si trova a poche centinaia di metri dal Jameo del Agua. Si tratta di una estesa rete di gallerie naturali formatesi per scivolamento di masse laviche a diversa temperatura.

A differenza del precedente, in questo caso si tratta di un tragitto lungo e articolato in un complesso di grotte lasciate allo stato naturale, illuminate in modo da creare effetti di grande suggestione.

Uno degli scenari più impressionanti è dato dalla presenza di un piccolo lago carsico il cui effetto specchio simula la presenza di un abisso che, in realtà, è di poche decine di centimetri.

Jardin de cactus

Un luogo semplicemente incantevole partorito dalla vulcanica mente di César Manrique che è riuscito a trasformare una vecchia cava abbandonata in un luogo unico e meraviglioso.

Non appena vi si accede si apre alla vista una conca vulcanica in cui sono presenti 4500 esemplari di cactus di 450 specie diverse, provenienti da ogni parte del mondo.

Le domina dall’alto, in maniera estremamente scenografica, un vecchio mulino in cui fino al secolo scorso, si produceva la farina di mais.


Casa di José Saramago

Sul grande orologio da tavolo le lancette sono ferme alle quattro e tre minuti, l’ora della morte di Pilar del Río Gonçalves, moglie di José Saramago, sposata in seconde nozze, metafora del tempo che si è fermato, della vita ormai sospesa. Subito oltre si apre lo studio privato, con la sua scrivania e un vecchio computer su con cui il premio Nobel per la Letteratura aveva scritto Cecità.

Lanzarote fu luogo di ritiro volontario negli ultimi diciotto anni di vita dello scrittore, finalmente lontano dalle polemiche delle sue posizioni anticlericali e antireligiose, un angolo di pace. Fuori, nel giardino, la sedia vicina alla pietra lavica da cui guardava verso il mare. Lì, nel piccolo e sonnacchioso villaggio di Tias, i più grandi esponenti della cultura mondiale venivano a trovarlo, sorseggiavano caffè nella sua cucina.

Ogni oggetto ha una storia, la casa di Saramago è un santuario in cui ci si sente piccoli di fronte al genio del suo inquilino. La visita è d’obbligo, le emozioni sono assicurate.


Parco Nazionale del Timanfaya

Anche se ogni angolo di Lanzarote è di origine vulcanica, alla visita al Parque National de Timanfaya non ci si può sottrarre. Si tratta di un’area di oltre 51 chilometri quadrati, tutelata dall’Unesco quale Riserva della Biosfera, in cui si sono verificate le più recenti attività vulcaniche sull’isola.

Si può visitare da due differenti accessi in due differenti modi: con i cammelli, condotti in carovana dalle guide, oppure con gli autobus del parco. Il percorso si snoda lungo le formazioni vulcaniche di maggiore rilevanza paesaggistica e geologica, attraverso le infinite sfumature di colore dei lapilli, delle sabbie e delle colate laviche.

Alla fine del percorso le guide mostrano i fenomeni di autocombustione e di formazione dell’evaporazione a getto dell’acqua, mentre nel vicino ristorante la carne servita agli avventori viene cucinata a mezzo del calore che proviene direttamente dal vulcano.


La Geria

Non lontano dall’area del Timanfaya si trova la piccola ma importante regione vitivinicola per eccellenza dell’isola. Qui il paesaggio è stato bizzarramente trasformato per rendere possibile la viticoltura in una terra tanto arida quanto ventosa secondo tecniche le cui origini si perdono nei secoli.

Basti pensare che ogni singolo tralcio di vite si trova sul fondo di una buca conica circondata da un muretto a secco, un modo per proteggerla dal vento e per raccogliere sul fondo ogni minima goccia di umidità e di pioggia.

Non esitate a visitare una delle grandi cantine e ad assaggiare questi vini, si tratta di un’esperienza che vi porta nel cuore agricolo di Lanzarote. Consigliatissimi e gustosi sono anche i formaggi prodotti integralmente con latte crudo di capra che spesso sono in vendita negli shop delle cantine.

Il Mirador del Rio

Si tratta sicuramente del punto panoramico più famoso dell’isola, inserito in una struttura realizzata da Cesar Manrique su un preesistente batteria militare.

Da ben 474 metri di altezza si ha una splendida vista sulla piccola isola di Graciosa (il canale tra le due isole viene chiamato appunto “Rio”, come se si trattasse di un fiume) e verso il promontorio di Famara.

Se si vuole evitare di pagare il biglietto d’ingresso, da una posizione posta leggermente più bassa si vede quasi lo stesso panorama.


Los Hervideros

Scegliete una bella giornata col mare agitato e recatevi a Los Hervideros, un tratto di costa vulcanica dove l’irruenza del mare ha scavato delle grandi grotte.

Mediante dei piccoli percorsi a gradini scavati nella roccia si può ammirare in sicurezza dall’alto la potenza delle onde che con fragore irrompono nelle cavità, uno spettacolo della natura che nei giorni adatti regala una bella emozione.

Salinas del Janubio

Ogni volta che andrete verso la zona di Playa Blanca per raggiungere le spiagge del Papagayo vedrete sulla destra la grande laguna di Janubio dove si trovano le antiche saline. Se non avete mai visto da vicino come si estrae il sale dal mare questo è il posto giusto.

Mediante una interessante visita guidata si ammirano le vasche disposte in maniera geometrica, con ciascuna delle saline di colore diverso a seconda della quantità d’acqua in esse contenuta.

Oltre all’aspetto industriale le saline rappresentano anche un importante ambiente per l’avifauna, con ben settanta specie migratorie censite.

Teguise e i villaggi dell’interno

È la vecchia “capitale” dell’isola, con un piccolo centro storico meritevole di una visita per riportarci ai tempi in cui Lanzarote ancora non era stata invasa, soprattutto lungo la costa, da strutture e villaggi turistici ormai onnipresenti. T

roverete atmosfere originali anche a Haria, Orzola e altri villaggi, soprattutto dell’interno, ancora risparmiati dalla rapida espansione dell’edilizia turistica.

Spiaggia di Caleton Blanco
Spiaggia di Papagayo
Spiaggia di Papagayo

Le spiagge di Lanzarote

C’è poco da fare, se volete veramente rilassarvi al mare dovete andare a Sud, sulla costa del Papagayo, dove le spiagge di Papagayo, La Cera, del Pozo e Mujeres, tutte raggiungibili mediante una strada sterrata, offrono il meglio, sia per il paesaggio, sia perché sono protette dai venti occidentali che alle Canarie raramente danno tregua.
Ci sono tuttavia altri punti di mare quantomeno da vedere per la particolarità del paesaggio.

La spiaggia della Famara, sul versante settentrionale dell’isola, è il regno dei surfisti. Qui vento e onde non mancano mai, ma la baia è molto bella e viene chiusa a nord dall’imponente promontorio della Famara.

La spiaggia del Caleton Blanco, nella parte settentrionale dell’isola, nei pressi di Orzola, ha il fondale molto basso e colori suggestivi, per cui si presenta molto adatta ai bambini e a chi non ha dimestichezza col nuoto.
Si tenga presente che sull’isola ci sono numerose altre spiagge, ma la loro frequentazione risulta più o meno godibile a seconda della presenza del vento.

Per il resto il consiglio è girare, girare e ancora girare. Lanzarote offre spunti e scorci ovunque, basta lasciarsi andare, imboccare ogni bivio e ogni strada, per ritornare a casa con tante emozioni e cose da raccontare!

Spiaggia di Cera

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