calza-befanaLa befana tutte le feste porta via, ma prima di farlo regala doni, cioccolato e anche carbone. La vecchietta dalle scarpe rotte e dal modo un po’ goffo è un appuntamento attesissimo dai piccoli come dai grandi soprattutto per la sua calza.

Una tradizione antichissima, infatti, secondo i racconti popolari, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia signora.

L’iconografia è fissa: un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate. Vola sui tetti a cavallo di una scopa e compie innumerevoli prodigi.

Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci. Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di loro fosse il piccolo Gesù.

Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare. A volte, è vero, lascia un po’ di carbone, forse perché è nero come l’inferno o forse perché è simbolo dell’energia della terra, ma in fondo non è cattiva. Fata, maga, generosa e talvolta severa, in molti si chiedono chi sia.

C’è chi sostiene che è vecchia e brutta perché rappresenta la natura ormai spoglia che poi rinascerà e chi ne fa l’immagine dell’anno ormai consunto che porta il nuovo e poi svanisce. Il suo aspetto laido, rappresentazione di tutte le passate pene, assume cosi una funzione apotropaica e lei diventa figura sacrificale. E a questo può ricollegarsi l’usanza di bruciarla.

La Befana coincide quindi, in molte tradizioni, con la rappresentazione femminile dell’anno vecchio, pronta a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità. In molte regioni italiane infatti, in questo periodo, si eseguono diversi riti purificatori simili a quelli del Carnevale, in cui si scaccia il maligno dai campi grazie a pentoloni che fanno gran chiasso o si accendono imponenti fuochi, o addirittura in alcune regioni si costruiscono dei fantocci di paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati durante la notte tra il 5 ed il 6 gennaio. Questa festa ha però assunto nel tempo, anche un significato lievemente diverso.

Nella cultura italiana attuale, la Befana non è tanto vista come la simbolizzazione di un periodo di tempo ormai scaduto, quanto piuttosto come una sorta di Nonna buona che premia o punisce i bambini. I bambini buoni riceveranno ottimi dolcetti e qualche regalino, ma quelli cattivi solo il temutissimo carbone, che simboleggia le malefatte dell’anno passato. Insomma, questa vecchia signora un po’ strana è legata a vecchie leggende che nonostante i secoli ricordiamo per far felici i più piccoli e non solo.

Maria Rosaria Mandiello

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