Champagne è il nome della regione francese in cui nasce il vino speciale e lussuoso dalle tonalità biondine e dalla caratteristica presenza di tante bollicine. Nell’immaginario collettivo è disegnato come un vino di lusso, e di fatto lo è. Negli ultimi anni, tuttavia, il mercato ha aperto le porte a tante nuove aziende vinicole e all’innovazione.

Ecco perché l’offerta di bottiglie abbordabili e di qualità è cresciuta giorno dopo giorno, al punto che non è poi così raro trovare champagne economici ma buoni. Dopotutto non è solo il prezzo a determinare il pregio di una bottiglia e del suo contenuto.

Informazioni di “servizio”

Lo Champagne si serve freddo, ma non ghiacciato, cioè tra i 7-9°C. Si versa in un bicchiere a forma di tulipano o in un flûte. Questi bicchieri sono progettati per preservare le bollicine più a lungo anche se, in certi casi, non è raro trovare chi lo beve in coppa.

Per evitare di fare figuracce, è bene versare lo Champagne nel bicchiere con una certa calma, facendo sì che scivoli sul vetro verso il fondo. In questo modo si previene un’eccessiva reazione effervescente e la fuoriuscita dello Champagne dal bicchiere.

Abbinamenti per l’aperitivo

Lo Champagne è spesso servito come aperitivo e si abbina bene con una varietà di stuzzichini e finger-food. Se l’aperitivo è a buffet e gli ospiti saranno per lo più in piedi, prediligi cibo che si può mangiare senza l’uso di entrambe le mani e senza sporcarsi.

Diverso è il caso dell’aperitivo-brunch seduti a tavola. In questo caso si possono abbinare tantissime bontà come ostriche, formaggi cremosi, prosciutto crudo e persino sushi. L’acidità e l’effervescenza dello Champagne provocano un effetto sgrassante sul palato, per questo lo possiamo abbinare con cibi densi e cremosi così come con quelli secchi, sia dolci che salati.

Champagne e dessert: sì o no?

Gli esperti sono abbastanza concordi: se bevi Champagne in abbinamento al dolce, stai sbagliando tutto. Pur essendo una consuetudine piuttosto radicata, sarebbe da evitare per una ragione semplicissima: se il piatto è dolce, il vino dev’essere dolce. Al limite si può servire un dessert con uno Champagne semi-dec o con un moscato: mai con un contrasto acidulo.

Ovviamente questa è l’interpretazione data dagli esperti negli ultimi tempi sull’argomento, ragione per cui lasciamo sempre aperta la porta delle sperimentazioni e del gusto personale.

Si può usare lo Champagne per cucinare?

Possiamo usarlo, certamente. Tutto dipende dall’occasione, dalla bottiglia e da ciò che vogliamo farne. Per qualcuno è un peccato, per altri è una vera chicca da chef: anche in questo caso, è una questione piuttosto personale.

Al giorno d’oggi viene comunemente usato per preparare salse, zuppe, risotti e piatti di pesce, proprio perché l’effervescenza e le note acidule donano ai piatti quel “quid” in più che li rende speciali.

L’esempio più classico è il “risotto allo champagne“. In questa ricetta viene usato per dare un sapore delicato al riso e può essere abbinato a vari altri ingredienti, come fragole, gamberi, rosmarino o tartufo. Il risultato è un piatto leggero e raffinato, ottimo da preparare in un’occasione speciale.

C’è anche chi lo usa per sfumare i sughi di pesce e chi per ridurre le salse: gli impieghi dei vini in cucina, si sa, sono un’infinità.

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