Non sono lontanissimi i tempi in cui, nel 1994 sull’isola di Salina si giravano le scene de Il Postino, l’ultimo film ad aver protagonista un Massimo Troisi che si aggirava tra le case della baia di Pollara, scelta per la sua somiglianza alla spiaggia della Corricella dell’isola di Procida, in cui la storia era ambientata.
E grazie a questo film tanti hanno conosciuto gli struggenti scorci mediterranei di quest’isola.
Salina la dolce, o Salina la verde, seconda isola dell’arcipelago delle Eolie, non ha la pretenziosità modaiola della vicina Panarea. E’ un’isola che ha conservato i silenzi delle sue alture, i campi coltivati a ficheti e uva Malvasia, le tradizioni marinare antiche di secoli.
E soprattutto ha conservato il verde.
Boschi rigogliosi risalgono i versanti del Fossa delle Felci e del Monte dei Porri, le due cime gemelle che caratterizzano la skyline inconfondibile di Salina e che le fecero attribuire il nome Didyme all’epoca della colonizzazione greca.
Una ventina di chilometri di panoramicissima strada asfaltata collega i tre comuni dell’isola, Santa Marina, Malfa e Leni, e le loro piccole frazioni, tra cui le graziose Lingua e Rinella, che si trovano direttamente sul mare.
La scarsità spiagge dell’isola – in effetti l’unica spiaggia interamente sabbiosa si trova a Rinella, mentre quella famosa di Pollara è ormai quasi interamente erosa – viene ripagata dalla grande bellezza dei panorami. Grazie alla sua posizione centrale rispetto all’arcipelago, da Salina si vedono infatti, nelle varie direzioni, tutte le altre isole.
Piccoli alberghi e semplici pensioni che si affacciano sul mare consentono di trascorrere sull’isola una vacanza rilassante, tra un assaggio del pane conzuto e un bicchiere di Malvasia.

Roberto Pellecchia

Fiore di cappero
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