Non che Procida fosse sconosciuta prima, tutt’altro, ma con l’investitura a Capitale della Cultura per l’anno 2022 ha realizzato un forte balzo in avanti sia per popolarità, sia per presenze turistiche, anche grazie a quello che potremmo definire un periodo di relativa calma interpandemica che ha ulteriormente favorito viaggi e vacanze.

Procida: la “piccolina” dell’arcipelago campano

Si, sa, con i suoi appena 4,1 kmq di superficie Procida è la “piccolina” dell’arcipelago campano, la sorella minore di Ischia, ma con fascino e storia da vendere, a parte la proverbiale cortesia dei procidani, palpabile a ogni scambio di battute.
Su quest’isola è stato scritto e detto di tutto, quindi mi limiterò ad alcuni pratici consigli e qualche impressione per chi vuole trascorrere una giornata sull’isola, magari evitando il fine settimana che per ovvi motivi è sempre più caotico.
Se arrivate in auto il primo consiglio è di servirvi dei parcheggi all’interno del porto, in prossimità del Molo Beverello; sono i più economici.

Procida: quale mezzo per spostarsi?

Una volta arrivati sull’isola dovrete decidere se spostarvi a piedi, con i mezzi pubblici o se noleggiare uno scooter.
Personalmente ho scelto quest’ultima opzione, sia perché il costo è contenuto (da General Rentals, proprio vicino al porto, si può noleggiare uno scooter per 30/35 euro per tutta la giornata), sia perché permette di spostarsi in libertà senza dover dipendere dalle linee pubbliche che, tuttavia, hanno il vantaggio di essere gratuite per tutto il periodo legato a Procida Capitale della Cultura.
Per chi noleggia lo scooter va tenuto presente che esistono due fasce orarie di limitazione alla circolazione, dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19, che possono essere comunque fruttuosamente utilizzate.
Attraversare invece a piedi l’isola da Nord a Sud, cioè dal porto verso la Chiaiolella, Punta Palombara e Isola di Vivara, è quasi inutile perché la strada non offre alcuno scorcio panoramico e nei periodi più caldi l’impresa potrebbe rivelarsi, più che un romantico intento, un vero tormento.

A Procida per un giorno

Cerchiamo quindi di realizzare una escursione giornaliera alla, quale, a seconda dei gusti potrete apportare delle modifiche.
Se prevedete di noleggiate uno scooter, cercate di arrivare sull’isola entro le 10.15, questo vi permetterà di sbrigare le formalità per il noleggio e di arrivare in tempo a Piazza dei Martiri, poco al di sotto del suggestivo rione di Terra Murata dove lo parcheggerete durante la prima fascia di blocco della circolazione.


Affrontate a piedi Salita Castello e in pochi minuti arrivate al belvedere più famoso di Procida, con vista spettacolare sulle coloratissime case della Corricella, sulla spiaggia della Chiaia e Punta Pizzaco, mentre sullo sfondo domina la possente sagoma dell’isola d’Ischia.
Ovviamente qui non si viene solo per il panorama.

Terra Murata è un rione procidano antichissimo, chiamato così perché le sue mura lo difendevano dagli attacchi dei pirati, da gustare viuzza per viuzza, con due monumenti di grande rilevanza, Palazzo D’Avalos e l’abbazia di San Michele, entrambi edificati nel XVI secolo.


Palazzo d’Avalos fu per un certo tempo una delle residenze reali dei Borbone, poi adibito a scuola militare e, infine, nel 1830 a carcere fino al 1988. Questo, che è l’edificio più grande dell’isola, è visitabile e nei suoi spazi sono visibili le camerate, l’ambulatorio medico, le celle di detenzione e i filati di canapa che venivano lavorati dai detenuti che provvedevano alla realizzazione delle loro stesse divise.

Nelle sue vicinanze la citata Abbazia di San Michele ospita numerose opere d’arte di gran pregio.

Tra i due edifici una splendida terrazza panoramica si affaccia verso Capo Miseno, il golfo di Napoli e il Vesuvio. Ormai le due ore di blocco della circolazione sono quasi passate e si può iniziare a riscendere, ma non prima di imboccare sulla destra via Principessa Margherita e aver dato un’occhiata al Casale Vascello, un grumo di case rimasto immutato nel tempo che rende uno spaccato della vita procidana di epoche passate.

È ora di pranzo, dove mangiare? Non recensisco i ristoranti, ma il luogo sì, perché mangiare alla Marina della Corricella, tra le case colorate, compresa la famosa “casa del Postino”, e le barche ormeggiate è davvero una bella emozione.

A questo punto, soddisfatto l’appetito, con lo scooter o con l’autobus conviene dirigersi a Sud, dall’altra parte dell’isola, dove si trovano la baia della Chiaiolella, le spiagge del Ciraccio e del Ciracciello nel caso venisse la voglia di fare un tuffo a mare, oltre all’isola di Vivara.

Quest’ultima, la cui forma a mezzaluna rende evidente la sua origine da un antico cratere vulcanico, fu riserva di caccia di Carlo di Borbone che allo scopo vi fece introdurre fagiani, lepri e caprioli. Oggi è una riserva naturale statale e purtroppo non è sempre visitabile.

Dopo aver adeguatamente esplorato la zona si può intraprendere lentamente la strada del ritorno, magari passando prima per Punta Solchiaro (quella che all’alba prende il primo sole) e poi verso Punta Pizzaco, alla cui base settentrionale c’è un altro meraviglioso punto panoramico, quello del Belvedere Elsa Morante, giustamente dedicato alla celebre autrice de L’Isola di Arturo, il romanzo ambientato a Procida con cui vinse il Premio Strega nel 1957.

Da qui la vista abbraccia in maniera emozionante la lunga spiaggia della Chiaia, la Marina della Corricella, Terra Murata e, oltre, il golfo di Napoli e il Vesuvio.

Se rimane ancora un po’ di tempo il consiglio è di infilarsi nelle viuzze a caso, sbirciare verso gli orti tra le case, raggiungere la Via del Faro e la Cala di Pozzo Vecchio, dove furono girate alcune scene del film Il Postino, sul lato occidentale, per poi ritornare con calma verso il porto, restituire lo scooter e magari godere di un aperitivo prima di lasciare l’isola.

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