Unica frazione del comune di Capua, Sant’Angelo in Formis è un piccolo paese collinare di poco più di 2500 abitanti posto alle falde del Monte Tifata, in provincia di Caserta.
Nella sua parte più elevata sorge la basilica minore dedicata a San Michele Arcangelo.

Preceduta da un ampio piazzale panoramico sulla sottostante vallata, l’edificio si presenta con una facciata piuttosto austera caratterizzata da un porticato a cinque arcate ogivali sostenuti da colonne in marmo e in granito, sormontate da capitelli corinzi.

Alle origini della Basilica

Materiale di reimpiego, come quello del basamento del campanile, a testimonianza del fatto che in epoca classica in questo luogo si trovava un tempio pagano dedicato a Diana Tifatina, come risulta da una serie di documenti antichi.

I resti fisici del tempio vennero scoperti già nel lontano 1877 e ricalcano il perimetro dell’attuale basilica che venne edificata in epoca longobarda. Si ha notizia che nella prima metà del X secolo fu donata ai monaci di Montecassino.

I cicli pittorici di Sant’Angelo in Formis

Ampliata per volontà dell’abate Desiderio (poi papa Vittore III) nel secolo successivo fu decorata con gli affreschi di scuola bizantino-campana, oggi tra i cicli pittorici medievali meglio conservati dell’intero Meridione d’Italia.

Colonne e capitelli corinzi si ritrovano anche all’interno dell’edificio, a dividere lo spazio interno in tre navate.
A dire il vero non è che ci si faccia subito caso, perché il grande tesoro pittorico che copre ogni parte delle pareti rapisce immediatamente lo sguardo che semplicemente si perde tra le cromie e la bellezza delle scene rappresentate.

Per ammirare ogni dettaglio bisogna osservare l’interno della chiesa da ogni possibile angolazione. Si potrebbe dire che sulle pareti vi sia rappresentata l’intero testo sacro della Bibbia, Vecchio e Nuovo Testamento: anche se in parte danneggiate troviamo le storie di Caino e Abele, di Noè, di Abramo, di Isacco, di Gedeone. E, ancora, i Profeti al completo e le scene della Crocifissione, dell’Ascensione, dell’Ultima Cena.

Sulla controfacciata domina il Giudizio Universale, mentre nell’abside un grande Cristo in trono è posto tra i simboli degli Evangelisti sotto i quali si trovano gli Arcangeli e, agli estremi, l’abate Desiderio e San Benedetto.
Il riconoscimento di queste scene è intuitivo, semplice, alla portata di ogni visitatore, essendo anche quelle più comunemente conosciute.

Il vero messaggio dei cicli pittorici

Quello che invece, al di là della semplice rappresentazione, è il messaggio trasmesso dai cicli pittorici necessita di maggiore analisi. Per chi fosse interessato esistono testi di approfondimento che esaminano la disposizione e la successione delle diverse scene che mirano, per esempio, a enfatizzare gli eventi del Nuovo Testamento come superamento del Vecchio nel senso di una giusta evoluzione del messaggio cristiano.

Ma al di là delle questioni di fede, la basilica di Sant’Angelo in Formis è uno dei più mirabili gioielli di arte bizantina presenti nelle regioni del Sud, assolutamente imperdibile e coinvolgente per chiunque, da visitare almeno una volta durante un viaggio in Campania.
La basilica è aperta tutti i giorni e la visita è gratuita.

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