Una vera e propria disciplina sportiva, con proprie specialità, regole, principi. Nata come addestramento di tipo militare nei Paesi Scandinavi intorno agli anni ’20 del secolo scorso, a partire degli anni ’50 l’orienteering ha trovato anche in Italia un grande seguito, tanto da determinare la nascita di una federazione nazionale sotto la cui egida si svolgono le gare e le attività legate a questo sport.

Trait d’union tra movimento e spirito di avventura, tra esercizio fisico e allenamento mentale, questa disciplina ha un impatto positivo sia sulla salute fisica che sulla funzione cognitiva e, per questo, a livello non agonistico può essere praticata ad ogni età. Se siete pronti per andare alla scoperta di questo sport non vi resta che prendete mappa e bussola e…Proseguire la lettura!

Le virtù dell’orienteering

 Intuitivo, Interdisciplinare, Inclusivo

Lo chiamano “Corsa nei Boschi”, perché le gare si svolgono principalmente in ambienti naturali, ma può essere praticato anche nei parchi urbani o, addirittura, nei centri storici.

L’obiettivo di una gara di orienteering è, essenzialmente, quello di completare nel minor tempo possibile un percorso ben definito che implica il passaggio obbligato presso alcuni punti di controllo, servendosi unicamente di una bussola e di una apposita cartina topografica.

In ogni checkpoint raggiunto con un percorso, questo sì, liberamente scelto e non precostituito, l’atleta troverà un prisma triangolare di stoffa bianco e arancione, la cosiddetta “lanterna” e un punzone che gli servirà per registrare il proprio passaggio sul testimone di gara. Vincerà chi avrà completato correttamente il percorso registrando il miglior tempo.

Per essere un abile orienter, quindi, non bastano “buone gambe”, serve anche “buona testa”, concentrazione, intuito, strategia, capacità decisionale e spirito di osservazione. Se, come dicevamo, questa può essere una pratica adatta ad un target di appassionati ampio per età e forma fisica, da svolgersi in ambienti anche diversi dalla montagna, da un punto di vista agonistico questo sport si declina in quattro categorie distinte.

La più diffusa è la Corsa Orientamento, detta C-O o Foot-O, essa può svolgersi ovunque sia possibile accedere di corsa o camminando; la sua variante su due ruote è la MTB-O, Mountain Bike Orientamento.

Ci sono, poi, lo Sci Orientamento, Ski-O, che costituisce la versione invernale dell’Orienteering, ed è praticato su piste battute nella neve, usando l’attrezzatura e la tecnica dello sci da fondo e il Trail-Orientamento, Trail-O. Quest’ultima disciplina ha decretato l’inclusività dell’Orienteering, consentendo l’affiliazione al CIP – Comitato Italiano Paralimpico della nella Federazione Italiana Sport Orientamento.

Le origini dell’orienteering

La mappa di uno sport che arriva da lontano

Sebbene tra i non addetti ai lavori si parli di orienteering in maniera più diffusa da pochi anni, questo sport ha una storia lunga ed anche geograficamente articolata. A tenere a battesimo la prima gara del genere fu, nel 1919, la città di Stoccolma. Fu, infatti, il capitano dell’esercito svedese, Ernest Killlander, a constatare che nei percorsi e le esplorazioni fatte utilizzando una mappa e una bussola, nei suoi soldati emergevano e si consolidavano doti fondamentali come l’autocontrollo, la fiducia e la capacità di prendere decisioni rapide e ponderate.

Ma, a ben vedere, le origini di questo sport sono da collocarsi precedentemente in Norvegia: già nel 1897 vicino a Bergen, fu organizzata una prova di sci orientamento. Successivamente, il viaggio dell’orienteering è proseguito senza sosta: la sua pratica si diffuse e arrivò in Europa negli anni ’70, fino a spingersi oltreoceano.

In Italia un primo approccio alla pratica dell’Orienteering avviene a metà degli anni ’50, quando alcuni gruppi sportivi militari cartografarono la zona di Monticolo, in provincia di Bolzano, e qui disputarono il “Trofeo Buffa“.

Ma la prima vera competizione di corsa orientamento italiana si svolse il 6 dicembre 1967 nel Lazio, regione che insieme al Trentino rappresenta la prima “patria” italiana di questo sport. A contribuire al suo radicamento sarà dapprima il CISO- Comitato Italiano Sport Orientamento e, poi, la FISO- Federazione Italiana Sport Orientamento riconosciuta nel 1986 dal CONI e tutt’ora impegnata nella promozione e nella diffusione di questa disciplina.

A Scuola di Orienteering

per allenare il corpo e la mente

Secondo un autorevole studio pubblicato nel maggio 2024 sulla rivista scientifica PLoS One, tra la pratica dell’orienteering e l’acume intellettivo esisterebbe una correlazione. In particolare, osservando due gruppi di persone di età compresa tra 18 e 87 anni di cui solo la metà dei partecipanti con esperienza nell’orienteering, il risultato è stato che proprio questi ultimi hanno dimostrato di avere migliori capacità di elaborazione e di memoria. Non è un caso, dunque che l’orienteering risulti tra le discipline più rappresentate alle competizioni sportive scolastiche.

Questo vale anche per l’Italia dove in particolare la corsa orientamento, è molto praticata nei campionati sportivi provinciali e regionali. E chi ha pensa che l’orienteering abbia una vocazione prioritariamente montana si sbaglia: è in Sicilia, infatti, che da più di vent’anni anni si celebra l’Orienteering-La Palestra Verde, il campionato scolastico più ambito, con circa 20 gare in calendario, che vede ogni anno l’adesione di oltre 50 Istituti scolastici e punte di 1100 atleti in età scolare.

Per saperne di più sull’orienteering e su come avvicinarsi alla pratica di questo sorprendente quanto affascinante sport è possibile consultare il sito della Federazione Italiana: https://www.fiso.it

Se anche voi avete sempre cercato una mappa per orientarvi lungo le strade della vita, sappiate che non ne esiste una bella e pronta, che indichi un percorso comune ad ogni individuo e valido per tutti.

Tutti, però, possono realizzarne una propria, allenando i muscoli e anche i pensieri, fortificando la dimensione fisica e quella emotiva. Ma attenti a non saltare le tappe e, soprattutto, a non perdere mai la bussola: orienteering docet.

Rispondi

Please enter your comment!
Please enter your name here