Come diceva Plutarco, nelle persone belle è bello anche l’autunno…ed è proprio in autunno che la natura vive il suo momento più bello.
Allora può un terreno dare un imprinting ad una cucina? Quando il creativo è tale e lascia che sia il territorio ad esprimersi, tutto il fascino, la storia, i segreti culturali di quella terra possono esprimersi e manifestarsi e dare un tono, un appeal, una connotazione. Ed è proprio dalla natura che lo circonda, dove è nato e vissuto, che Davide Odore, classe 1982 di professione chef, ha assorbito un rapporto intenso, tra l’uomo e la natura, sempre in bilico fra attese e incontri, segni di appartenenza, ricordi che arrivano da lontano e, per merito della sua professione, ritornano chiari, portati in superficie, naturali e spontanei.

Allergico ai palcoscenici mediatici il suo è un lavoro di alto artigianato, di ricerca di prodotti, di innovazione, voglia di stupire ma la sua terra e il Piemonte, rimangono sullo sfondo. E così che in pochi anni Odore ha portato la sua cucina ai massimi livelli qualitativi, prima con il suo ristorante “Io e Luna” e oggi con la guida della cucina del Castello di Guarene nelle Langhe e Roero, stupisce sicuramente, perché, con la qualità, ha coniugato un percorso che unisce la tecnica con il territorio.
Certo, l’impronta di Odore, che è stato nominato “miglior chef emergente del 2013”, è marcatamente evidente nelle portate principali, che risentono di un timbro che è connaturato nella storia professionale dello chef, tutto percorso nella sua terra, un viaggio intorno alle colline terrazzate, ai tornanti e i muretti a secco, i torrenti, le ampie distese di filari di viti, una dedica ideale a Cesare Pavese, a “La luna e i falò”, i dolci paesaggi delle Langhe, Roero e Monferrato, terre da vino, ettari e ettari di vigneti, ma anche terre di uomini, storie di famiglie e lavoro di generazioni, dove la terra è generosa.

Colline raccontate da grandi scrittori – Fenoglio oltre Pavese – custodi di straordinarie bellezze e di grandi tradizioni legate alla terra, di storiche cantine e castelli, ma anche alla gastronomia; infatti è impossibile pensare alle Langhe senza associarle alla gastronomia, e Davide Odore, nei suoi piatti, racconta le lunghe distese di viti, la tavolozza infinita di sfumature di rosso, di arancio, i gialli, gli ocra, i viola……suggestioni autunnali, richiami alla sua terra.
CHEF DAVIDE ODORE_1Vuoi parlarci brevemente di te, della tua vita e delle tue esperienze formative e professionali?
Ho iniziato al Vicoletto di Alba uno dei primi ristoranti stellati, esperienza che maggiormente ha contribuito ad creare il mio carattere dal punto di vista professionale; altra esperienza importante è stata quella delle Clivie a Piobesi di Alba dove ho lavorato fino ai 24 anni per poi aprire il mio “IO E LUNA” con Giacoma, conosciuta alle Clivie, responsabile di sala. Dopo due anni abbiamo trasferito IO E LUNA nell’attuale sede a Guarene in frazione Montebello ristrutturando una villetta in campagna; il mio ristorante ha rappresentato e rappresenta l’inizio della mia cucina…il laboratorio dove nascono le idee…la fucina. Da quest’anno gestisco LA Cucina del Castello di Guarene, una nuova esperienza che mi ha dato nuovi stimoli e nuovi traguardi da raggiungere.
Come nasce la passione per la cucina?
Ho sempre amato cucinare fin da piccolo 10 12 anni non mi accontentavo delle banalità e seppur mia madre fosse un ottima cuoca già allora mi trovavo spesso in disaccordo…lei mi rispondeva che ero difficile!
Hai avuto un maestro o una persona di riferimento che ha ispirato la tua ricerca?
Ho sempre avuto punti di riferimento più che dei veri e propri maestri.
Cucina, innovazione o tradizione?
Per me l’innovazione rappresenta un modo per esprimere il passato…ma con idee e metodi innovativi.
Come definisci la tua cucina?
…una buona cucina. ..la mia!!!
Che peso ha la tradizione nella tua cucina?
La tradizione è parte fondamentale ed integrante della mia cucina…lo stile di vita piemontese, di quando si faceva della condivisione uno stato sociologico, lo stare insieme intorno alla tavola…

Cristina Vannuzzi

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