In puglia faccio base a Putignano.
A Putignano c’è Scinuà.
Da Scinuà ci ritorno… praticamente sempre.
E’ stato una vera epifania, perché realizzi che con prodotti semplicissimi, si possono cucinare cose davvero meravigliose ma, come ci suggeriscono “Non sempre semplice è facile”.
In ogni caso, senza tanti giri di parole, Scinuà ti fa pensare che in Puglia davvero si mangia la fine del mondo e che è davvero forte il legame con i prodotti del territorio.
Il locale è un piccolo ristorantino nel centro storico di Putignano, immerso tra i caratteristici vicoletti bianchi pugliesi lastricati di chianche dove la passeggiata serale è un vero piacere. Pochissimi tavoli, caratteristico e con un’anima classica che lascia intravedere però uno spirito Rock n’roll.
Luigi, lo chef, lavora solo prodotti strettamente del territorio, di altissima qualità e a km 0 quindi il menù cambia in base ai prodotti e alla stagionalità ma alcuni cavalli di battaglia, restano sempre –aggiungo unici e mitici-.
L’attenzione inoltre è davvero altissima: impiattamenti curati e servizio perfetto, accogliente, veloce e non da meno gentile. Scelta dei vini discreta, ma assolutamente ricercata.
La cosa migliore che potete fare è abbandonarvi all’antipasto “In sintesi”: piccole portate che sono una panoramica della cucina di Luigi ed un vero e proprio percorso attraverso i sapori e le tipicità della Murgia.
Questa volta non c’era, ma se trovate il baccalà mantecato, capirete perché ne sono innamorata… l’ho apprezzato così tante volte che lo stesso chef mi ha promesso che se lo avviso prima di andare, farà ogni volta il possibile per farmelo trovare. Stavolta è stata colpa mia, non gliel’ho detto in anticipo.
Già solo così basterebbe, ma sarebbe da folli rinunciare ad un Midollo preparato in una maniera ineccepibile o al Brasato alla birra e al meraviglioso “U’ndondr” caciocavallo con capocollo di Martina Franca e gelato alla Farinella, una tipica farina di orzo e ceci che è il vero e proprio simbolo della città di Putignano.
I primi sono poesia, dalle orecchiette al sugo di braciole fino alle strascinate ma anche i dolci non sono da meno: questa volta abbiamo assaggiato la Cheesecake al basilico e limone fatta con le Intorchiate (altro prodotto tipicissimo della zona, una specie di tarallo dolce) e un Semifreddo accompagnato da del cioccolato caldo che è un dolce psicologico (Francesca in sala poi vi spiegherà perché).
Mi concedo una parentesi o meglio un avvertimento e spassionato consiglio: su ogni tavolo, c’è una bottiglia d’olio (quella che vedete accanto al fiore di zucca).
In Puglia l’olio che è al tavolo si assaggia come prima cosa assoluta.
La bottiglia d’olio sul mio tavolo era Torre Cappa e dato che non mi ha stupefatto, ma di più, mi sono messa in moto alla ricerca del produttore affinchè potessi tornare a casa con quello che è risultato un vero e proprio bottino.
Mi sono ritrovata in un bellissimo B&B con una torre svettante, appunto Torre Cappa, accolta dal produttore che si chiama anche lui Luigi. Architetto restauratore – la meravigliosa location dove sono stata accolta è stata restaurata proprio da lui e da sua moglie Hilde, anche lei architetto – produce poche bottiglie sia di blend che di monocultivar d’eccellenza vincitrici, tra l’altro, di diversi premi di capisco assolutamente il perché!
Mi ha consigliato l’Olivastra, varietà autoctona tipica dell’areale della Murgia, che nel 2018 si è classificata al secondo posto nel concorso internazionale “Oli di Famiglia” e la Cima di Melfi che ha recentemente ricevuto la menzione di merito e le 4 gocce d’oro al premio nazionale Olio d’Italia.
Se siete in zona, davvero vale il viaggio, la tappa o quel che volete sia: basta che lo assaggiate.
Ritornando a Scinuà vale lo stesso: se siete in zona, prenotate per assicurarvi il vostro posticino!