In Italia vantiamo un numero incredibile di vitigni autoctoni e per metterlo a fuoco ci basta pensare alla semplicità con cui in ogni regione troviamo vini originari di quella zona o aree limitrofe.
Il bello di tutto questo è che nonostante siano tantissimi i celebri autoctoni italiani che portano la bandiera delle regioni dove vengono prodotti, ce ne sono molti altri che possiamo definire “minori” o molto più semplicemente “meno conosciuti” ed è proprio tra questi che si sta assistendo ad un vero e proprio recupero.

Restano comunque piccole produzioni di poche cantine che si impegnano a salvarli dall’estinzione e che hanno deciso di investire in prodotti a cui sono legati o in cui vedono potenzialità, per creare etichette uniche.

Non è corretto però parlare solo vitigni, poichè sono tante anche le denominazioni “minori” che tutelano dei piccoli di territori di produzione che, grazie al loro terroir e al loro legame storico con la tradizione vitivinicola, caratterizzano in maniera unica i vini a cui danno vita.

Quasi sempre i vini prodotti da vitigni minori o denominazioni piccolissime, sono dei gioielli spesso in bottiglie numerate, prodotti con attenzione estrema dai viticoltori: la cura e la rarità di questi sono capaci di destare sicuramente molta curiosità, amplificare il senso di appartenenza e la sensibilità con cui ci si approccia dovuto alla loro storia ma anche quello che posso definire “gusto della scoperta”.

E’ certo che bere qualcosa di ricercato e spesso di raro, di mai sentito o visto prima, da angoli delle regioni anche sconosciuti, è una esperienza che non solo arricchisce il nostro bagaglio di degustazione ma spesso ci evita anche tanti paragoni perché ci si gode appieno la loro unicità: nel mondo del vino non si finisce mai di provare e vini da vitigni del genere sono una bellissima scusa per perorare questa causa!

Sono tanti, bianchi, rossi e anche spumanti e questa è una selezione tutta da scoprire per i più curiosi, per chi vuole regalare qualcosa che possa meravigliare e fare la differenza in queste feste, per chi vuole brindare con qualcosa di inusuale o semplicemente per gli amanti degli autoctoni minori!

PUGLIA
1 Spumante Metodo Ancestrale Ru Maccone, Angiuli circa € 18
Siamo in Puglia, nella Valle d’Itria ed è qui che il Maresco si trova perlopiù in alcune vecchie vigne tanto che fino a pochi anni fa era considerato a rischio di estinzione ma grazie all’azienda Angiuli e ad una ricerca portata avanti, si è avviata un’opera di ripristino di questo vitigno.

Solitamente è presente in uvaggio nei bianchi della zona ma Angiuli è stato il primo credere in questo vitigno e a vinificarlo in purezza oltre che a farne una versione spumantizzata secondo Metodo Ancestrale molto particolare e decisamente tutta da provare!

FRIULI
2 Campo del Soglio Selvacapuzza circa € 15
Qui oltre l’uva, è speciale anche la denominazione: il San Martino della Battaglia DOC è una delle Denominazioni più piccole in Italia ed ha rischiato di estinguersi. Questo spumante viene prodotto con il Tuchì, l’antico nome dialettale del Tocai, per individuare questo vitigno che dal 2013 non può più essere chiamato con questa nomenclatura.

L’azienda sente un legame molto profondo con questo vitigno e questo territorio e ne hanno ricercato ostinatamente la migliore possibile espressione così è nato questo spumante, per dimostrare quanto sia impossibile lasciare il territorio senza questa produzione.

3 Picolit, Graunar circa € 50
Il Picolit è un vitigno a bacca bianca autoctono del Friuli ed è conosciuto per lo splendido passito che si realizza con le sue uve e per le rese limitatissime e scarse poiché è uno di quei vitigni che va incontro al fenomeno dell’acinellatura.

Nel caso della cantina Graunar la vendemmia tardiva avviene alla fine di ottobre e la produzione è limitata ad un kg di uva per pianta; è un passito davvero da provare che ha recentemente ricevuto il premio come miglior vino in assoluto secondo Luca Maroni!

4 PIEMONTE
Monferrato Uceline, Castelet circa € 25
Questo rosso Piemontese prodotto in sole 5000 bottiglie è da Uvalino in purezza: nel caso di quello di Cascina Castelet, viene lasciato leggermente appassire su pianta e raccolto tardivamente.

“Soltanto nella memoria dei più anziani l’Uvalino occupava un posto. Era la bottiglia più preziosa da regalare al dottore, al podestà, al farmacista e al prete: un vino di lusso per far bella figura.” così si legge sul sito di questo produttore che da anni crede e finanzia la ricerca universitaria per custodire e tramandare la coltivazione di Uvalino sulle colline di Costigliole.

5 Slarina Rovej, Enrico Druetto € circa 25
La Slarina è una varietà antica del Piemonte, coltivata nel Monferrato Alessandrino e solo dal 2007 è stata inserita nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite. E’ conosciuta anche con il nome di “Cenerina” per via dell’ abbondante pruina presente sull’acino che sembra ricoperto di un velo di cenere.

La passione di Druetto per il recupero di vitigni autoctoni in via di estinzione lo ha portato a vinificare la Slarina in purezza producendo sole 1000 bottiglie da 4000 piante: è un’uva difficile, molto tannica e “amara” e ne risulta un vino molto particolare, di grande personalità e soprattutto longevo che qualsiasi appassionato vorrà sicuramente assaggiare!

TOSCANA
6 Vermentino Nero, Terre Apuane circa € 15
La Toscana non è tutta Bolgheri e Brunello e durante una mia breve sosta nell’Alta Toscana, mi sono ritrovata ad acquistare una bottiglia di Vermentino Nero che, a differenza di quanto si possa pensare, non ha alcuna parentela genetica con il più famoso Vermentino Bianco.

La diffusione di questo vitigno è limitata alla zona dei Colli Apuani e dei Colli di Luni in Liguria dove viene coltivato lungo la fascia costiera, in rispetto alla lunga tradizione locale. Quello di Terre Apuane viene considerato la loro punta di diamante e con un prezzo così… non può che essere assaggiato!

CAMPANIA
7 Fiorduva, Marisa Cuomo circa € 65
Da uve Fenile, Ginestra e Ripoli, che più autoctone non si può, in quanto caratterizzanti vecchie vigne della sola zona della Costiera Amalfitana, nasce uno dei vini italiani più stimati, conosciuti ed acclamati del mondo.

Il bianco Fiorduva di Marisa Cuomo è infatti un orgoglio tutto campano che di anno in anno primeggia in tantissime competizioni e non si può non assaggiare almeno una volta nella vita. Fatta la prima, vi assicuro che poi sarà da bere ogni volta che si può!

8 Pietrafumante, Casa Setaro circa € 20
Il Caprettone, oggi vitigno principe della doc Vesuvio bianco, è stato per anni confuso con la Coda di Volpe, fino a quando i viticoltori della zona vesuviana ne hanno affermato la sua identità.
Il Pietrafumante di Casa Setaro, da vigne a piede franco nel Parco Nazionale Vesuvio è uno spumante Metodo Classico che affina 30 mesi sui lieviti e posso dire con certezza che fa sempre colpo in chiunque lo assaggi: straconsigliato, non c’è da pensarci due volte ad acquistarlo perché questa bottiglia va ruba!

SICILIA
9 Nsajàr, Riofavara circa € 35
Grazie ad un progetto portato avanti con l’Istituto della vite e del vino antichi, l’azienda Riofavara ospita in uno dei suoi vigneti tre vitigni risalenti all’800 di cui si era persa traccia, che furono estirpati all’epoca in tutta la zona per dar spazio al Marsala.

Questa cantina è oggi l’unica ad avere riportato alla luce il Cutrera, Recuno e la Rucignola con i quali produce il Nsajàr, il loro top di gamma. Un vino straordinario ed unico, nel vero senso della parola, in quanto a tutti gli effetti attualmente l’unica azienda a produrlo in tutta la regione.

MARCHE
10 Ribona delle Marche, Colle Mara € circa 13
Le uve di Ribona Maceratino sono tutt’oggi rare poiché presenti solo su cento ettari di terreno, tutti nella regione Marche e nella sola provincia di Macerata. Grazie ai viticoltori che hanno creduto al recupero di questo vitigno autoctono e molto antico, la Ribona sta conquistando posizioni di rilievo nel mondo del vino grazie alle sue peculiarità organolettiche alla sua longevità.

Quella di Colle Mara, una piccola azienda a conduzione familiare, fa solo acciaio e rispetta così tutti i profumi varietali del vitigno così da poterli scoprire e apprezzare appieno!

BASILICATA
11 Grottino di Roccanova L’Essenza, De Biase circa € 18
La piccola DOC Grottino di Roccanova ricade in provincia di Potenza, in una piccola area che comprende i tre comuni di Sant’Arcangelo, Castronuovo di Sant’Andrea Potenza e Roccanova. La conservazione di questo vino avviene all’interno di grotte-cantine, cioè veri e propri cunicoli scavati nella roccia delle “tempe arenarie” che si trovano alla periferia dell’abitato di Roccanova.

Viene prodotto con Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Malvasia nera di Basilicata e Montepulciano e questo di De Biase nello specifico, affina in botti di rovere per 8 mesi.

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