OLYMPUS DIGITAL CAMERACAIAZZO (CE). Troppo spesso la provincia casertana resta semplice sinonimo della cronaca negativa, ed il rischio è quello di diventare incapaci di guardare oltre. Magari a quel settore primario che è sempre più riscatto territoriale, dimostrazione pratica di quanto di buono c’è, al di là di tutto.

Ed il 13 maggio 2010 è stato uno di quei giorni in cui il bello ed il buono di un’area straordinariamente ricca e rigogliosa come la Valle Caiatina, abbia ancora una volta accolto un’opera di recupero e tutela del paesaggio e del patrimonio vitivinicolo, grazie all’inaugurazione di una nuova azienda vitivinicola.

Ma facciamo un passetto indietro…

Sul finire del 1800 un insetto noto come la fillossera della vite distrusse buona parte del patrimonio vitivinicolo europeo, dunque anche quello italiano. Portò via con sé una biodiversità di grande interesse e prestigio, senza dare il tempo ai contadini di trovarvi riparo. Eppure se quel momento determinò la scomparsa di molti vitigni autoctoni, sappiamo pure che dagli anni 90 molti sono stati pian piano recuperati, andando a lavorare su singole o sporadiche piante recuperate sul territorio.

Un caso comune a diverse varietà e che vede tra queste anche il Pallagrello, un vitigno vigoroso sia a bacca bianca che nera, appunto originario della Valle Caiatina.

Ed è proprio in questa valle, paradiso a due passi da Caserta, che è rinato il regno del Pallagrello, vitigno e vino amatissimo da re Ferdinando IV di Borbone. Ed alle aziende che hanno segnato la storia del suo recupero, come quello dell’altro antico vitigno Casavecchia, dal 13 maggio scorso ufficialmente si inserisce una nuova azienda vitivinicola: Podere Bell’Angelo.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA6 anni fa Francesco Rao, medico ed oggi anche viticoltore, lavora all’impianto delle sue vigne che circondano la casa e la cantina di Bucciano, nel comune di Caiazzo.

4 ettari e mezzo di cui 2 ettari e mezzo di vigneto ed uno di oliveto. Una piccola azienda che mira alla qualità, con una produzione totale di 6.000 bottiglie all’incirca.

Protagonisti della prima vendemmia, quella del 2008, il Pallagrello, il Casavecchia, l’Aglianico ed il Fiano, seguiti dalla mano esperta dell’enologo Pietro Razzino. E’ così che nascono Silvaura e Silvanigra.

Silvaura è costituito da un’80% di pallagrello e 20% di fiano, un vino interessante di buona acidità e mineralità, contraddistinto da un ampio bouquet (senz’altro supportato dalla presenza del fiano) e di struttura, considerato che arriva quasi a 13°.

Silvaura invece è un blend composto dal 55% di Aglianico e dal 15% di Pallagrello, dal 15% di Casavecchia e dal 15% di Cabernet Sauvignon. In bottiglia da pochi giorni, ha ancora bisogno di riposare per ricomporsi e presentarsi al meglio ai palati esigenti.

“Il vino deve seguire il suo ritmo come ogni cosa” – racconta Pietro Razzino. “Per me il Pallagrello nero è l’uva della provincia di Caserta, ha una sua mineralità imponente, è molto interessante lavorare su questa varietà. Difatti in programma abbiamo anche un passito, ma faremo un passetto alla volta”. Alla domanda sulla scelta di fare un blend, scelta inusuale in un momento in cui lavorare in purezza sembra il non plus ultra, l’enologo specifica: “Noi non abbiamo una tradizione di vinificazione in purezza, quella appartiene alla scuola austriaca, dunque perché fossilizzarsi su questo!”. E come dargli torto, in fondo creare dei blend è uno dei modi più semplici per creare prodotti unici…

Ma a quest’anteprima in azienda, a cui è seguita la prima partecipazione a Vitigno Italia, seguirà ancora qualche mese di attesa. Solo con l’arrivo dell’autunno si potranno acquistare Silvaura e Silvanegra, l’azienda preferisce uscire con vini pronti da bere senza forzarne il naturale e necessario percorso di affinamento. A seguire si potrà degustare il Pallagrello nero in purezza, per ora ancora off limits.

All’inaugurazione molti giornalisti ed esperti del settore, nonché il presidente della provincia di Caserta, Domenico Zinzi, il sindaco di Caiazzo, Stefano Giaquinto ed il responsabile della Condotta Slow Food del Volturno, Nicola Sorbo.

“Ci guidano l’amore e la bellezza” – conclude il dott. Rao, emozionato e felice per questo momento di condivisione. “Desideravo fare un vino che mi piacesse prima d’ogni altra cosa, oggi poterlo condividere e riscontrare consensi è un grande regalo”.

Antonella Petitti

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