Il mio papà non c’è più e in questi giorni di settembre la sua assenza la sento ancor di più. Erano questi i giorni in cui, annunciato da un colpo di clacson arrivava con il suo sgangherato Mercedés e, aperto il cofano mi consegnava le palette cariche di fichi d’India. Lui è stato per tutti noi un modello di altruismo e generosità, non dimenticava mai quali erano i nostri desideri, i nostri frutti preferiti e per ognuno di noi era lì, pronto a soddisfarli.

Una domenica mattina, per una gita di famiglia, avevamo da scegliere: Castelcivita, con la sagra del fungo porcino, Muro Lucano con la sagra della patata di montagna, ma quando la mia amica Rosita Vecchio, assessore del comune di Sicignano, ha postato la Sagra del fico d’India a Castelluccio Cosentino, non ci sono stati dubbi, era quello l’appuntamento che aspettavo, l’appuntamento con papà!

> Autostrada SA/RC uscita Sicignano, indicazioni per Castelluccio Cosentino.
Il verde degli Alburni ti avvolge completamente e subito ti senti accolto da un paesaggio lento e coinvolgente.
Ad attenderci una guida locale che ci ha accompagnato lungo le stradine dell’antico borgo. Mi sono sempre chiesta perché un paesino nel cuore degli Alburni aveva questo nome.

Castelluccio Cosentino: le origini del nome

Intorno all’anno Mille una colonia di cosentini si stabilì nella vallata, ancora presenti sono i resti dell’antico casale che avevano costruito, in seguito si unirono con la sovrastante comunità che invece si era sviluppata in alto, nella Torre fortificata e da questa unione nacque Castelluccio Cosentino, esempio quindi di capacità di comunanza.
Dall’alto si domina un paesaggio che si affaccia da un lato sul Tanagro e l’antica Volcei, oggi Buccino, tra le stradine del borgo c’era anche il sindaco di Buccino, e dall’altro versante su Sicignano, di cui oggi Castelluccio è una frazione, e il piccolo borgo di Galdo.
La proloco, capitanata da Antonella Esposito ha voluto promuovere questa iniziativa, anche lei ha una perdita nel cuore a cui ha voluto rendere omaggio.

Il costone su cui poggia Castelluccio è ricoperto di fichi d’India, suo fratello ne era goloso, raccoglierli non è stato facile ma lo hanno fatto, spinti da quel desiderio di condividere con la comunità un frutto della natura che nella sua semplicità esprime il carattere di questi territori, aspri ma dal cuore dolce.

La Festa del fico d’India a Castelluccio Cosentino

L’intera popolazione, in inverno sono 60 le anime che vivono in questo luogo, si è attivata e la proposta è stata di un menù completo:

  • aperitivo con ricotta e fico d’India al primo
  • cortecce con pancetta, peperoni cruschi e vellutata di fichi d’India
  • secondo di bocconcini di maiale con funghi, fichi d’India e noci
  • Crostata, fichi d’India e bucce fritte e liquore

L’itinerario gastronomico si è svolto lungo l’arteria principale del borgo, intervallati da piccole orchestrine di musica popolare e piccoli artigiani.
Un modo per richiamare le persone a trascorrere una giornata in un contesto naturalistico e paesaggistico di grande pregio.
Lungo il percorso una chiacchierata con il giovanissimo sindaco di Sicignano, il sindaco più giovane della provincia di Salerno eletto nel 2020 a 27 anni: Giacomo Orco. Mi sono sincerata che tutto il materiale usato fosse compostabile. E, per fortuna lo era, anche il comune di Sicignano ha un’ordinanza che vieta l’utilizzo di materiale non compostabile e non si sono appellati, come spesso fanno, a leggine che consentono l’utilizzo di scorte di plastica.
Le aree interne del nostro italico Paese sono un grande patrimonio e da qui si deve ripartire se veramente vogliamo ricostruire la nostra identità e dare una prospettiva di futuro ai nostri giovani che, ancora oggi, sono costretti a fare la valigia ed emigrare. Queste sono terre che hanno già un vissuto di emigrazioni e non può più essere questo il presente e il futuro.
Queste iniziative sono importanti, rafforzano lo spirito di chi ci abita ed accendono un riflettore su queste aree che aspettano decisioni politiche importanti. I fondi tanto citati, come quelli del PNRR, non devono essere sprecati in grandi opere ma utilizzati in piccoli progetti che possono dare risposte concrete, di economia reale a questi territori.

Le ricette con i fichi d’India

Cortecce con pancetta, peperoni cruschi e vellutata di fichi d’India

Per 4 persone
320 gr di cortecce
100 gr di pancetta
3 peperoni cruschi
3 fichi d’India
Olio evo

Procedimento
Sbucciare i fichi d’India, schiacciarli con una forchetta e passarli ad un colino per eliminare i piccoli noccioli, frullare il tutto con un minipimer.
Friggere i peperoni cruschi: questa è una vera e propria arte, il consiglio è quello di riscaldare in un pentolino l’olio, raggiunta la temperatura spegnere il gas e passarci dentro i cruschi che si gonfieranno, rigirarli e tirarli subito via in modo che si mantengano croccanti.
Lessare la pasta in abbondante acqua salata e rigirarla in padella dove precedentemente avevamo fatto rosolare la pancetta a tocchetti. Unire la vellutata di fichi d’India e in ultimo i cruschi sbriciolati.

Bucce di fichi d’India fritte

Ormai in tema di sostenibilità e spreco zero anche nella cucina dobbiamo rispettare questa logica.

Ingredienti

8 bucce di fichi d’india
2 uova
200 gr di farina
200 gr di pangrattato
olio evo
sale e pepe

1
Lavate i fichi d’India, spazzolateli bene per eliminare eventuali spine e sbucciateli mantenendo integra la buccia ad eccezione dei laterali.

2
Sbollentate le bucce in acqua per 5 minuti dal bollore.

3
Fatele raffreddare, asciugatele e passate alla panatura.

4
Preparate la farina, le uova battute ed il pangrattato e panate le bucce in quest’ordine.

5
Friggetele in olio caldo fino a quando si saranno ben dorate da entrambi i lati e servite.

Antonella Dell’Orto
biologa contadina

P. S.

Noi romantici non abbiamo le fette di prosciutto sugli occhi, spesso siamo pure vegetariani! Sappiamo che questi territori sono sotto costante minaccia, si, è vero che c’è un paesaggio splendido ma c’è anche il comprensorio dell’area industriale di Buccino, prescelto come luogo per la delocalizzazione delle Fonderie Pisano.
Per carità ci dovrà pur essere un’altra Via! E non sarà l’alta velocità – che pure grava su questi territori – che porterebbe solo impatto senza nessun vantaggio di sviluppo economico.
Un altro mondo è possibile, lavoriamo per questo!

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