Bentrovati ad un nuovo appuntamento di “Pane e Rosmarino”, rubrica di Rosmarinonews.it, dedicata al cibo ed al benessere.
Questa settimana vorrei parlarvi del tartufo, un prodotto che continua ad essere avvolto da un velo di mistero, ma che profuma tanto di Made in Italy.
Infatti l’Italia è il primo produttore ed esportatore al mondo, in particolare sono note le pregiate produzioni del Piemonte (non si può non aver mai sentito parlare del tartufo bianco d’Alba), delle Marche (con il tartufo bianco di Acqualagna), dell’Umbria (con il tartufo nero di Norcia), della Campania (con il tartufo nero di Bagnoli), anche se si trova praticamente in tutta la dorsale appenninica fino alla Calabria.
Furono tante le leggende che si sono sviluppate attorno al tartufo, tanto da etichettarlo come qualcosa di pericoloso, chissà se c’entrano le sue proprietà afrodisiache!
Ma è ormai chiaro che si tratta di un fungo ipogeo, ovvero che cresce completamente sotto terra e poi emette un forte e persistente odore che aiuta uomini e animali a trovarlo, così da essere disseppellito ed aiutato a diffondere le spore.
Ottima fonte di calcio e di magnesio, ha un altissimo contenuto proteico ed un basso contenuto di grassi. I suoi oli aromatici producono un effetto antiossidante ed elasticizzante dei tessuti.
Portarlo a tavola è un ottimo modo per sfruttare la biodiversità che fa dell’Italia il Paese dei balocchi, perché fa bene alla salute variare, integrando tutto ciò che la natura ci offre attraverso gli alimenti.
Mi raccomando non lavate il tartufo e conservatelo in un po’ di carta o in un barattolino di vetro in frigorifero per circa una settimana.

Ma come si fa a scegliere un buon tartufo?

Se non conoscete bene il prodotto provate a fare un controllo visivo, ma fidatevi anche di un controllo tattile. Il fungo deve essere duro, sintomo di freschezza, ed al naso non deve rilasciare profumi spiacevoli. Il prezzo è sempre dolente, essendo il tartufo uno dei prodotti più costosi, ma d’altro canto basta utilizzarne pochissimo.
In tema di record i tartufi commestibili più grandi possono raggiungere i due chilogrammi, ma sono certamente rari.

Vi siete mai chiesti quali sono gli alberi sotto cui si sviluppano più tartufi?

Senz’altro la quercia, il nocciolo, il carpino bianco e nero, il castagno, il pino ed il pioppo.
Non credo sia necessario raccontarvi come utilizzarlo, il modo più banale ma gustoso è quello di affettarlo su un uovo al tegamino.

Ma se vi incuriosisce scoprire anche altre ricette consultate l’archivio di Rosmarinonews.it, sempre disponibile online!

In attesa del nostro prossimo appuntamento potete leggerci o consultare i nostri social, sia quelli di Rosmarinonews.it che i miei. Cercatemi digitando Antonella Petitti foodtrotter!
A presto

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