Il Ministero alle politiche agricole, alimentari e forestali ha approntato due provvedimenti per affrontare l’emergenza rappresentata dalla diffusione del coleottero detto “punteruolo rosso” (Rhynchophotus ferrugineus), che minaccia le palme del nostro Paese, e dalla diffusione del batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae, una delle principali minacce per le coltivazioni di kiwi.
Il primo dei due decreti è stato pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 febbraio e prevede l’introduzione di un protocollo d’intervento che definisce delle zone d’intervento (zona infestata; zona di contenimento; zona cuscinetto; zona delimitata) e che mira ad “impedire l’introduzione e la diffusione” del punteruolo rosso.
Si tratta di un provvedimento attraverso il quale il nostro Paese recepisce una decisione comunitaria, che modifica le precedenti modalità di intervento. La definizione di diverse zone, in base alle caratteristiche e alla diffusione degli organismi infestanti, permetterà infatti delimitazione del problema ad aree specifiche, nelle quali si tenterà di affiancare alla distruzione delle piante infette, finora soluzione primaria al problema, l’eliminazione del coleottero attraverso una serie di trattamenti curativi.
Il provvedimento definisce inoltre i compiti riservati ai servizi fitosanitari regionali, attraverso la predisposizione di singoli Piani di azione.
Diversa la situazione per quanto riguarda il cosiddetto “cancro del kiwi”: in questo caso infatti è il nostro Paese il capofila di un’iniziativa di contrasto del fenomeno, che finora non era stato preso in considerazione dall’Europa.
Il Mipaaf ha presentato di fronte al Comitato permanente fitosanitario il decreto che potrebbe ora essere la base di un’iniziativa a livello europeo. L’iniziativa legislativa, in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, prevede l’esecuzione di una serie di controlli che si avvalgono della rete di monitoraggio gestita dai servizi fitosanitari regionali, comportamenti standardizzati nei casi in cui venga rilevata la presenza del batterio e le misure da mettere in atto, da parte degli agricoltori, dei responsabili dei servizi fitosanitari e dell’intera filiera vivaistica.
La diffusione di questa fitopatologia è seguita dal Ministero e dalle autorità competenti con estrema attenzione, date le pesanti ripercussioni, sia sotto il profilo economico che fitosanitario, che la mancanza di un provvedimento di questo tipo sta determinando.
Gli interventi previsti saranno poi completati dal finanziamento di un programma di ricerca che vedrà il coinvolgimento del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) e di istituti di ricerca delle Regioni in cui la coltura è più diffusa, con cui si tenterà di dare risposte sempre più puntuali agli operatori della filiera, per quanto riguarda la selezione di varietà resistenti al batterio, le tecniche di lotta e di prevenzione da mettere in atto.