Non vi racconterò nulla di storico o di artistico sulla Casina Vanvitelliana di Bacoli. Non potrei aggiungere nulla di intelligente agli storici e ai letterati che ne hanno parlato ampiamente.

La mia è una narrazione di pancia, di una che alle emozioni dà grande importanza. Innanzitutto “benedetti navigatori”, un piccolo tesoro come questo non è certo ben segnalato!

E non parliamo dell’ingresso: è esattamente come quello di quel giardino di periferia dove l’erbetta s’è consumata fino all’osso, le piante sopravvivono come si può e gli alberi sovrastano altezzosi sull’abbandono.

Ma è alla fine di quel tratto che ti ricordi perché sei lì e ti dici che si tratta di uno di quegli scorci che ci devono assolutamente ricordare quanto siamo stati bravi.


Conoscevamo la bellezza, l’armonia, sapevamo incastonare opere umane nella perfezione della Natura. Tutto declinato al passato, per ora.
Il senso di tante parole è: anche se non vi entrate, andate a godervi la vista del Real Casino Borbonico.

Commissionata da Ferdinando IV di Borbone, Re delle Due Sicilie, fu costruito dall’architetto Carlo Vanvitelli nel 1782.
Un luogo di riposo e di appoggio durante le battute di pesca o di caccia, una pianta dodecagonale deliziosa poggiata su una piccola emersione di terra nel lago Fusaro. Bella la terrazza, da sogno la sensazione che si ha attraversando la Sala delle Meraviglie al piano superiore.


Peccato che i particolari siano sempre lasciati al caso ed all’improvvisazione. Nelle piccole stanze del piano superiore è possibile ammirare una radio (ricordiamo che la sua invenzione risale a fine Ottocento?) e addirittura una calcolatrice con il rullo in carta che di certo non è uno dei primi esemplari della storia.

Ma val la pena andarci, dobbiamo andarci per sostenere il nostro patrimonio storico. La speranza resta che accendere i riflettori su di esso possa generare maggiore cura ed attenzione!

Per approfondire: http://www.parcovanvitelliano.it/

2 COMMENTS

  1. Grazie a voi per la precisazione, giustissima. Mi lasci dire però che allora sarebbe necessario evidenziare il sovrapporsi di oggetti e periodi storici. Buon lavoro

  2. Gentile sig.ra Petitti
    La ringraziamo per l’attenzione posta nei confronti della struttura che con non pochi sforzi cerchiamo di valorizzare e promuovere .
    La precisione della sua descrizione merita però un riscontro . La casina è stata negli anni 50 residenza presidenziale (quando c’era Einaudi ) per cui i pezzi da lei citati, pare, siano proprio di quel periodo.

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