BARI. In occasione dell’European Wind Day, la giornata mondiale del vento promossa dall’Ewea (European Wind Energy Association), e dal Gwec (Global Wind Energy Council), si è svolto presso l’Hotel Excelsior il convegno “Sole e vento per il futuro della Puglia.

Qualità dei progetti e integrazione nel territorio, lavoro, legalità: le sfide della Puglia per spingere le fonti rinnovabili e fermare la follia nucleare”, organizzato da Legambiente Puglia con il Patrocinio dell’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia.

Il motivo del convegno è stato quello di chiamare i diversi interlocutori politici, sociali, imprenditoriali a confrontarsi, su temi di assoluta centralità nell’agenda politica a tutti i livelli, anche perché siamo convinti che il futuro della Puglia si giochi per larga parte intorno al tema energetico. “La direzione scelta dalla Giunta Vendola di incentrare sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica una prospettiva di sviluppo – dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia – che guarda a una complessiva riconversione dell’economia e di riqualificazione del territorio, che parla di democrazia e di pace è quella che Legambiente spinge da tempo e condivide fino in fondo. Come siamo assolutamente concordi con il No al nucleare, una prospettiva inutile, pericolosa, costosa”.

Del resto, il ruolo strategico della Puglia sul fronte delle rinnovabili emerge a chiare lettere dal dossier Comuni Rinnovabili 2010 che posiziona la Puglia ai vertici delle classifiche per produzione di energia da fonti rinnovabili con 3,95 MW di idroelettrico, 214 MW installati e 5290 impianti di solare fotovoltaico, 1128 MW di eolico, 139 MW di biomasse, risultati questi assolutamente impensabili fino a qualche anno fa.

Protagonisti in questo scenario sono certamente i comuni. Basti vedere i comuni dell’eolico il cui primato è tutto pugliese a partire da Troia (FG), con i suoi 171,9 MW, seguito da Minervino Murge (BT) con 116,4 MW e Sant’Agata di Puglia (FG) con 97,2 MW. Tra questi il solo Comune di Troia presenta un incremento, con 3 MW installati nel 2009, passando dai 168 MW dello scorso anno ai 171,9 censiti in questo rapporto.

Anche sul piano dell’autosufficienza energetica la Puglia registra un dato importante con il comune di Lecce che, grazie ai suoi 36 MW di impianti eolici e 3,5 MW di fotovoltaico, è in grado di produrre energia elettrica per il fabbisogno di circa 31mila famiglie, pari al 111%. Nonostante questo straordinario sviluppo delle rinnovabili, resta il nodo centrale, ed a questo punto anche dirimente per immaginare una nuova fase per le rinnovabili, costituito della mancata approvazione da parte del Governo delle linee guida nazionali senza delle quali nessun efficace intervento è possibile da parte delle Regioni.

Infatti “se da un lato i territori stanno rispondendo allo sviluppo delle rinnovabili – dichiara Edoardo Zanchini, Responsabile Energia Legambiente Nazionale – pur in contesti piuttosto difficili, dall’altro sempre di più si sta avvertendo la mancanza di un quadro normativo nazionale di riferimento infatti, finché il Governo non approverà le Linee Guida per l’autorizzazione dei progetti da fonti rinnovabili semplicemente nessun provvedimento della Regione Puglia avrà senso su questo tema. Perché sarà bocciato, come già avvenuto in Puglia, Calabria, Molise, Valle D’Aosta, dalla Corte Costituzionale, la quale ha ribadito che le Regioni possono solo normare nell’ambito di quelle Linee guida, e finché non saranno emanate nulla è consentito. Auspichiamo quindi – continua Zanchini – che la regione Puglia si faccia promotrice in questa direzione e chieda con forza l’immediata convocazione della Conferenza Unifica su questo tema”.

In questo scenario sono due i terreni di confronto su cui puntare per lo sviluppo delle rinnovabili: il primo è mettere insieme il mondo agricolo con quello dell’energia attraverso la costruzione di processi virtuosi che diano la possibilità di integrare le due attività senza che l’una ostacoli l’altra; il secondo è spingere per l’integrazione delle fonti rinnovabili in tutte le strutture edilizie, in quanto, come tutti gli studi internazionali dimostrano, l’integrazione delle rinnovabili in edilizia, il miglioramento delle tecniche di progettazione e costruzione per ridurre i fabbisogni e i consumi di calore e elettricità, sono una prospettiva che può creare straordinarie possibilità occupazionali, perché porta dietro nuove competenze, esigenze di gestione, applicazioni e miglioramenti tecnologici.

“Regole chiare, percorsi trasparenti per l’approvazione dei progetti – conclude Tarantini – obiettivi espliciti di sviluppo delle fonti rinnovabili, un forte protagonismo dei Comuni. Queste sono le priorità per aprire una seconda fase di sviluppo delle energie pulite in Puglia che faccia della legalità e della integrazione nel territorio una bandiera. Ci vuole coraggio da parte della politica a spingere fino in fondo questa strada, superare interessi e rendite, essere capaci anche di ripensare alcune abitudini”.

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