SALERNO. Ormai la campagna olearia è nel pieno tra raccolta e lavorazione in frantoio. Come è successo per altre colture, anche le olive hanno sofferto della siccità e se in taluni casi la questione si è risolta (purtroppo) con una totale assenza del frutto, in altri è andata meglio.

L’anno scorso è stata dura, di conseguenza quest’anno non ci è andata peggio. Anzi“, racconta Gerardo Alfani, presidente del Consorzio di Tutela Colline Salernitane DOP.

Una DOP potenzialmente estesa che potrebbe contare su un’areale di 86 comuni e quasi venti mila ettari, ma che purtroppo fatica a trasmettere il grande valore aggiunto della denominazione, seppure pian piano la cultura collettiva in tema olio evo stia dando i suoi frutti.

In effetti in molti casi nel nostro areale la quantità è addirittura superiore all’anno scorso. La fioritura ci ha fatto pensare in grande, ma poi con i vari fenomeni a cui siamo andati in contro durante l’allegagione e la siccità…in concreto ci siamo ritrovati di fronte ad un’altra annata non facile. Ma la totale mancanza della mosca ci ha aiutati, dunque il risultato è che le olive che ci sono…sono buone. A trasformazione ultimata i palati più esperti potranno accorgersi di una maggiore percezione amaro piccante dovuta alla presenza più forte del legno e alla minore quantità di acqua, ma davvero succederà solo ai più esperti. Nell’insieme siamo fiduciosi“.

Ma se la campagna in corso non preoccupa il presidente Alfani, il lavoro in corso verso la IGP Campania per l’olio extravergine di oliva non lo trova d’accordo.

Dovremmo lavorare maggiormente sulle DOP che già abbiamo, invece che dedicarci ad un’altra denominazione che andrà a sovrapporsi alle già esistenti, creando confusione nel consumatore ed anche nei produttori“.

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