BIBITE BALADINVasco Rossi cantava “bevi la coca cola che ti fa bene, bevi la coca cola che ti fa digerire con tutte quelle bollicine…” (Bollicine, 1983) ed è proprio negli anni ’80 che si ha l’esplosione delle bibite gassate. Così come leggiamo nell’articolo “NO alle bibite gassate. Colpevoli di aprire le porte a obesità e patologie”: “gli Usa ne sono i più grandi consumatori, l’infatuazione degli americani per le bollicine iniziata verso gli anni 80 con le intese campagne pubblicitarie di note aziende, è sfociata in un vero idillio con il consumo pro-capite di oltre 200 litri annui. Seguono Cina e Messico. In Italia il comparto tra bevande gassate e piatte, esclusa l’acqua, si caratterizza per 3.500 milioni di litri,  62 litri medi annui pro capite. Riguardo le sole bevande gassate la produzione in Italia è pari a 2.900 milioni di litri che equivalgono ad un consumo medio annuo pro-capite di circa 50 litri”.

Ed ancora leggiamo che sono “23 milioni gli italiani che dichiarano di bere bevande gassate e di questi ben 6,5 milioni circa dichiara di farlo regolarmente. E’ quanto emerge da una indagine Censis-Coldiretti in riferimento all’allarme lanciato dal maxi-studio globale, presentato alle sessioni scientifiche del meeting American HeartAssociation’s Epidemiology and Prevention/Nutrition, Physical Activity and Metabolism 2013. Come spiegano i ricercatori, il consumo eccessivo di queste bevande porta le persone ad aumentare di peso e l’obesità incrementa notevolmente il rischio di sviluppare patologie croniche come diabete, malattie cardiovascolari e addirittura alcune forme di tumori”.

ARANCIATA LURISIAMa non è detto che il “piacere” debba essere sempre legato a valenze negative. Sarà per contrastare queste problematiche che alcune aziende italiane (sostanzialmente piemontesi) si sono impegnate nella ricerca di “alternative, ricercate e buone”.

Così nascono le bibite Baladin in cui  molte persone non solo hanno ritrovato quei sapori dell’infanzia, ma soprattutto hanno apprezzato lo sforzo fatto per ottenerli senza l’uso di artifici chimici ma selezionando ingredienti genuini. Dalla “politica” Baladin del naturale, senza coloranti né conservanti, sono nate così la Cedrata, la Spuma Nera, il Ginger e la Cola.

Sempre nel cuneese, Chinotto, Gazzosa, Tonica e Aranciata nascono dalla ricerca di Lurisia di ingredienti perfetti, coltivati come nel passato, con metodi naturali ed in zone rigorosamente tipiche: i chinotti della Riviera Ligure di Ponente, i limoni sfusi di Amalfi, le arance del Gargano. Materie prime d’eccellenza che si combinano senza l’uso di additivi e che restituiscono il gusto originale della tradizione.

C’è proprio una tendenza “nostrana”, dunque, a trasformare le grandi bibite gassate, generalmente dannose, in prodotti ricercati e buoni. Una tendenza che speriamo si diffonda, disarcionando definitivamente la dittatura della grande multinazionale delle bollicine.

Tra le curiosità il tentativo di MoleCola, di certo meno attenta delle precedenti alle materie prime e alla mancanza di conservanti e coloranti. Nasce a Torino, sotto la Mole Antonelliana, e cresce come cola italiana.

Oggi MoleCola muove i primi passi che contano nel luogo sacro ai torinesi, dal quale ha anche preso il nome: la Mole. E “fa bene” perché schierata al fianco della onlus «Sos villaggi dei bambini» a cui versa il 30 per cento dei proventi.

E’ possibile gustarla con zucchero, con bollicine dosate e l’originale gusto della migliore cola, o senza zuccheri aggiunti ed infine l’alternativa “bimbo” senza caffeina.

Certo combattere il “Colosso” non è semplice, ma impegnarsi come sana alternativa non globalizzata, «fair trade», locale, equa e ovviamente solidale può essere una sana vittoria per tutti: produttori e consumatori.

 

Tiziana Di Muro

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