VIESTE (FG). Portare il mare in collina è cosa possibile soltanto nei sogni pesanti d’inverno, più che nel torpore delle notti d’estate.
Portare al mare, invece, i profumi, i sapori, i colori e la tradizione dei Monti Dauni è quello che “il profeta del chilometro zero”: al secolo lo chef Peppe Zullo, da Orsara di Puglia, sta facendo a Vieste – nella suggestione del complesso turistico Gattarella Resort – ogni settimana con i suoi partecipatissimi cooking show.
Questa settimana con il cuoco italo argentino Donato De Santis
Un modo come un altro di allargare le trasparenze della sua “glass box”, lo scrigno incastonato a Villa Jamele: circOndato e riempito dai vigneti, da un grande orto, dal bosco che s’intravede in lontananza, da un prato immenso e poi da un castello del colore del sole.
Lo scrigno che ha incantato Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food e delle Università del Gusto, nonché ammaliato Oscar Farinetti, l’ideatore di Eataly, che tra due settimane dopo Torino, Milano, Roma, New York e Tokio aprirà anche a Bari, negli spazi adiacenti alla Fiera del Levante, sul suo lungomare mozzafiato.
Lo scrigno protetto e arricchito dalle vere eccellenze del Subappennino dauno: il lavoro dei contadini, la cura dell’orto, il recupero e la valorizzazione delle erbe selvatiche e spontanee; e ancora impreziosito dalle piante e dai frutti di un bosco incontaminato e dalla vivacità ruspante di animali da latte, da carne o da cortile, così come dalle fragranze più intense e tipiche della terra di Capitanata.
“Per me è emozionante vedere applicata, in maniera egregia, non solo la filosofia di Slow Food – ha avuto modo di dire Carlo Petrini – ma anche la capacità manageriale di un contadino che ha saputo ridare alla sua terra l’orgoglio che si merita. L’oasi agreste di Peppe è un esempio vivente di come è possibile conciliare un’economia giusta, positiva, nel rispetto dell’ambiente e anche della giustizia sociale. Da sempre mi affascina la bellezza di questa terra e anche la determinazione con cui una nuova generazione di cuochi ha saputo fare cose meravigliose”.
Celebrare il matrimonio tra la terra e la tavola, questo è quello che fa quotidianamente questo “oracolo della Daunia”, che sostituisce le parole con i profumi e gli aromi del suo “Giardino dei sapori perduti”. Che anzichè portare i prodotti dell’orto a tavola ha posizionato il suo ristorante direttamente nell’orto. E con il pastificio Granoro, uno dei marchi di punta dell’agroalimentare pugliese e italiano, ha deciso di presentare proprio a Orsara, nella glass box di Villa Jamele, il progetto “Prodotti di Qualità Puglia” e la prima pasta certificata 100% pugliese realizzata con i grani di Capitanata. Il grano, il pomodoro, la frutta, gli ortaggi, il vino e la cucina: storie di fatica e di successi, acquerelli naturali della terra madre.
Il gioco di sponda messo in pratica tra Daunia e Gargano è destinato a ripetersi in altre realtà turistiche del Promontorio della Montagna Sacra e per altre eccellenze del Subappennino Dauno. Ma sono già in cantiere scambi anche con gli ambiti territoriali della Murgia barese, dell’Alta Murgia e del Grande Salento.
Antonio V. Gelormini
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