Giro di vite a difesa dell’ambiente per quanto riguarda le trivellazioni in mare. Nello schema di decreto di riforma del codice ambientale approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, sono state inserite una serie di norme che riformano il sistema delle autorizzazioni per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi.

 

E’ stato infatti introdotto il divieto assoluto di ricerca, prospezione e estrazione di idrocarburi all’intero delle aree marine e costiere protette e per una fascia di mare di 12 miglia attorno al perimetro eterno delle zone di mare e di costa protette.

 

Inoltre le attività di ricerca ed estrazione di petrolio sono vietate nella fascia marina di 5 miglia lungo l’intero perimetro costiero nazionale.

 

Al di fuori di queste aree in cui vige il divieto, le attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi saranno tutte sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale.

 

La norma adottata dal Consiglio dei Ministri si applica anche ai procedimenti autorizzativi in corso.

 

“Abbiamo inserito – afferma il Ministro Prestigiacomo – norme chiare a difesa del nostro mare e dei nostri gioielli naturalistici colmando una opacità legislativa che nel recente passato ha suscitato timori nelle comunità locali di zone che attorno alle riserve marine stanno costruendo un modello di sviluppo basato sulla valorizzazione dei beni ambientali. L’impegno del Governo a difesa dei propri “giacimenti naturali” è pieno. Lo sviluppo delle attività produttive è altresì sostenuto in un ambito di regole chiare che pongono in primo piano la tutela ambientale”.  

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