L’Italia ha prodotto 337,6 milioni di tonnellate di CO2, pari a 5,5 tonnellate pro capite, nel 2014 (ultimi dati disponibili) secondo una classifica mondiale sulle emissioni di CO2 elaborata da British Gas.
Secondo l’azienda britannica, l’Italia si colloca al diciottesimo posto di questa classifica negativa che vede ai primi posti la Cina con 10.540,8 milioni di tonnellate di CO2 emesse e gli Stati Uniti, con 5.334,4 milioni di tonnellate.

La CO2 è la maggiore responsabile del buco dell’ozono, causa fondamentale del riscaldamento globale e dei conseguenti cambiamenti climatici.
La produzione e il riciclo della plastica contribuiscono in maniera decisiva sulla produzione di CO2 e di conseguenza ai cambiamenti climatici. E qui il ruolo dell’Italia è significativo: siamo il secondo Paese in Europa per il consumo di plastica con il 14,3% (www.plasticseurope.org), superati solo dalla Germania con il 25,4% del consumo totale europeo e al primo posto in Europa e al secondo nel mondo, dietro solo al Messico, per il consumo dell’acqua minerale in bottiglia di plastica.
Le acque minerali, oltre a pesare sul bilancio delle famiglie, hanno però anche un pesante impatto ambientale.

Secondo dati di Legambiente e Altreconomia, per confezionare circa 6 miliardi di bottiglie utilizzate in Italia nel 2011 sono stati necessari 240 milioni di chili di plastica, pari a circa 540 milioni di litri di petrolio. Il che ha provocato emissioni di circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2. E l’impatto ambientale non finisce qui. Le bottiglie d’acqua vengono, infatti, imbottigliate in un luogo d’Italia e vendute in un altro. Si calcola che 100 litri d’acqua spostati su gomma (l’85% delle bottiglie in Italia vengono spostate su gomma), producano 10 kg di CO2 ogni 100 chilometri percorsi.
Ogni anno nel mondo vengono utilizzati 100 milioni di barili di petrolio per produrre 630 miliardi di bottiglie di plastica e lattine per acqua e bevande gassate, di cui 340 miliardi non vengono riciclate. Se a questo aggiungiamo le emissioni di CO2 dovute alla produzione e al trasporto delle bottiglie, ci accorgiamo che tutto ciò non è più sostenibile”, ha commentato Claudio Tagliapietra, General Manager, SodaStream Italia.

“In Italia abbiamo una grande ricchezza anche da questo punto di vista: l’acqua che sgorga dai nostri rubinetti è in linea di massima di ottima qualità e anche molto ben controllata dalle autorità preposte. In una città come Milano, ad esempio, sono 18 i parametri che quotidianamente vengono monitorati per garantire ai cittadini la qualità dell’acqua che arriva nelle case dei milanesi. È un peccato consumare petrolio e alluminio quando basta aprire il rubinetto di casa per avere acqua fresca e pulita a portata di mano”.
Da anni Sodastream, azienda leader nei sistemi di produzione di gasatura domestica, si fa promotrice di comportamenti virtuosi e responsabili attraverso il consumo dell’acqua del rubinetto al fine di ridurre il consumo di plastica, un materiale ad alto impatto ambientale anche a causa della limitata riciclabilità.

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