E’ stato un grande successo a livello nazionale la diciottesima edizione di Cantine Aperte che si è tenuta domenica 30 maggio in tutte le regioni.
Più di un milione di turisti del vino – giovani tra i 20 e i 30 anni in testa, con una decisa presenza femminile confermata anche per quest’anno in perfetta tendenza con le ultime edizioni della kermesse- si sono riversati nelle 900 cantine del Movimento Turismo del Vino con l’obiettivo di fare un vero e proprio viaggio tra vino, natura e cultura.
“Il 2010 ha segnato un incremento di pubblico rispetto all’anno scorso – ha precisato la Presidente del Movimento Turismo del Vino, Chiara Lungarotti – a conferma che Cantine Aperte è un’occasione di conoscenza del vino a cui non si rinuncia, ma anzi che si attende ogni anno con molta attenzione.
La soddisfazione dei produttori è generalizzata e, malgrado il grande impegno che richiede ad una cantina organizzare la giornata di Cantine Aperte, tutti i nostri soci ogni anno si superano. Credo che sia anche questo uno dei motivi di successo della manifestazione. Non a caso, il pubblico premia quelle cantine dove ci sono iniziative più interessanti ed innovative”.
Del resto è vero che, da un po’ di tempo a questa parte, le cantine del Movimento sono aperte tutto l’anno e non solo l’ultima domenica di maggio e la tendenza dell’Associazione è proprio quella di aumentare il numero di occasioni per le visite in cantina, opportunità importanti per una maggiore e corretta conoscenza del vino, per un acquisto sicuro e conveniente e per una ulteriore consapevolezza e trasparenza di ciò che si beve.
“Cantine Aperte – prosegue la presidente Lungarotti – rappresenta l’inizio di un viaggio nel vino a cui tutti possono partecipare; per chi questo viaggio lo intenda poi proseguire e approfondire, grazie all’impegno del Movimento, le occasioni non mancano”.
Altro dato importante emerso in questa ultima edizione è che gli enoturisti sempre più si muovono in gruppo e per potersi spostare in tutta sicurezza preferiscono organizzarsi con bus tematici o servirsi degli “enotour” giornalieri predisposti in alcune regioni.