Pasqua è da sempre, nell’anno, il momento “d’oro” dell’agriturismo: arriva la primavera, e la primavera si vede soprattutto in campagna, nel “verde”, nella natura, a tavola.

Lo sarà anche quest’anno – secondo Agriturist (Confagricoltura) – sia pure con una flessione di ospiti nell’ordine del 10%, rispetto ad un già deludente 2012 per effetto della crisi.

E’ una boccata di ossigeno importante, dopo il “deserto” di ospiti seguito al Capodanno. Ormai i vacanzieri, soprattutto quelli italiani, tengono duro solo su tre appuntamenti: Pasqua, metà di agosto e Capodanno. Gli altri ponti sono un lusso per pochi; i fine settimana… di più. Sono quattro anni che è così e il fenomeno si sta sempre più radicalizzando.

La parola d’ordine – prosegue la nota di Agriturist – è: vacanze sì, ma solo investendo su poche occasioni, e facendo ogni possibile economia. Per Pasqua, si andrà vicino casa, per una sola notte o soltanto per gustare “in campagna” prodotti genuini e piatti caratteristici . La forza del “cambiare aria”, anche soltanto per poche ore, diventa decisiva. Si punta al massimo rendimento col minimo investimento.

Un minimo che privilegia l’agriturismo, dove i prezzi contenuti e il sostanziale “cambio di ambiente” restano vincenti. Come già è stato la scorsa estate: flessione per l’agriturismo più contenuta di quella alberghiera, anche se la crisi, si sente ovunque.

Così volano, si fa per dire, Lombardia, Campania, Puglia e Piemonte. Arretra la Toscana, più cara. E vola, soprattutto, il passaparola, le belle relazioni personali con chi ospita con passione, cercando di dare, sia pur per breve tempo, emozioni: in tavola, a cavallo, in bicicletta, in visita a un parco naturale, nel semplice “far niente” immersi in un paesaggio “verde” distensivo e rigenerante.

Potremmo definirli – osserva Agriturist – segni di una “decrescita felice”: decrescita di giorni trascorsi fuori casa, con un occhio attento a riempire di benessere poco tempo e poca possibilità di spesa.

Gli ospiti dell’agriturismo, nel ponte di Pasqua e Pasquetta, tra alloggio e ristorazione, saranno circa 800 mila. Il giro d’affari si aggirerà intorno ai 45 milioni di euro.

Non è superfluo sottolineare – dichiara il direttore nazionale di Agriturist, Giorgio Lo Surdoche ci sono, nel settore dell’agriturismo, 21 mila imprese agricole che anche quest’anno devono registrare forti penalizzazioni del proprio fatturato, e del proprio lavoro, per effetto della crisi del turismo, che ormai è in evidente recessione. L’agriturismo è una vera e propria eccellenza italiana, nata da imprenditori che hanno coraggiosamente investito, creato occupazione, valorizzato risorse del territorio prima sconosciute ai più, che chiedono un governo del turismo degno di questo nome, assente ormai da decenni”.

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