Il fatto che a distanza di un anno dallo scandalo sia di nuovo in vendita latte cinese alla melamina nei supermercati, dimostra che non è più rinviabile il via libera dell’Unione Europea di indicare l’origine in etichetta per latte previsto dal Decreto del Ministero delle Politiche Agricole all’esame della Commissione Europea.

E’ quanto afferma la Coldiretti, in riferimento alla nuova indagine sul latte contaminato alla melamina che ha portato alla chiusura di due aziende chiuse e al sequestro di 72 tonnellate di prodotto mentre altre circa cento tonnellate di latte in polvere contaminato potrebbero però essere ancora sul mercato.

Lo scorso anno – ricorda la Coldiretti – il latte alla melamina provocò l’intossicazione di trecentomila persone e la morte di sei bambini cinesi con un allarme che si è esteso rapidamente in tutto il mondo e che portò alla scoperta anche in Italia di latte proveniente dal gigante asiatico.

Con la mobilitazione alle frontiere della Coldiretti è stata ottenuta la presentazione da parte del Ministro Luca Zaia del Decreto, purtroppo ancora al vaglio dell’Unione Europea, che obbliga a indicare l’origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari, ma vieta anche l’impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi.

Secondo le  analisi della Coldiretti nel 2009 per l’agroalimentare le importazioni in Cina sono state pari a 390 milioni di euro  e nonostante il calo del 15 per cento rispetto al 2008, anche per  effetto degli scandali alimentari, rimangono consistenti e con un valore più di tre volte superiore alle esportazioni che si sono fermate a 124 milioni di euro anche se in aumento del 33 per cento rispetto al 2008.

Di fronte all’ampliarsi dell’allarme sui rischi dei prodotti cinesi occorre – sostiene la Coldiretti – estendere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l’immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini.

Lo scandalo del latte contaminato da melamina – conclude la Coldiretti – è solo l’ultima conferma della presenza di gravi difficoltà da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi.

Secondo l’indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97 per cento) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti.

Rispondi

Please enter your comment!
Please enter your name here