CARNE MACELLERIA MACELLEGRIA (1)La carne si compra, si fa cucinare e si mangia: il “fornello pronto pugliese” della MacelleGria, portato a Napoli nel quartiere Fuorigrotta dall’imprenditrice Donatella Bova, ha festeggiato cinque anni di attività.

Si tratta della prima macelleria/braceria aperta in città, tanto amata anche dai calciatori del Napoli. Hamsik qui è di casa e molti atleti azzurri con le loro famiglie cenano o pranzano nel locale di Via Formisano. Un progetto tutto al femminile realizzato come una steak house alla portata di tutti e soprattutto delle persone celiache, che hanno una brace e una friggitrice dedicate solo a loro.

L’idea era di rendere accessibili le braciate notturne, facendo la scelta dei pezzi preferiti al banco carni, prendendo posto in sala per cenare in compagnia con la brace accesa fino a tardi.

Donatella Bova, ex calciatrice, ha lanciato un nuovo, interessante trend: la macelleria di giorno, il ristorante/braceria di sera.

Il mio sogno era quello di creare un locale di chiara ispirazione pugliese – spiega Bova – che riprendesse il cosiddetto arrusti e mangi, dell’antico fornello pronto di Martina Francale, ovvero le braci allestite in strada. Così, nel mio ristorante oltre ad acquistare carni e salumi di prima scelta per casa propria, si può prendere la carne e immediatamente consumarla sul posto, cotta a puntino sulla brace”.

CARNE MACELLERIA MACELLEGRIA (2)

Nel menù del “tasty party”, la festa appetitosa: all’arrivo in MacelleGria il sacchetto del contadino con frittatine di pasta e patate e pane caldo con cicoli, formaggio e pepe nero, battute di carne al coltello “mediterranee” di podolica, le “bombette” pugliesi, siciliane e anche nella versione campana con i friarielli, la “appanata”, la cotoletta palermitana cotta sulla brace, caratteristica per la panatura senza uova, con pecorino, pepe e aromi, i classici spiedini, quelli impanati alla trapanese e poi una specialità catanese, la cipollata: cipollotto e caciocavallo, avvolti in carne di maiale, gli hamburger regionali a punta di coltello anche per celiaci, come quello “borbonico” con pesto, stracciata di mozzarella e pomodorini.

La “Signora” fiorentina accompagnata da cappuccia saltata condita con aglio e olio.

Un’altra specialità: il soffritto rivisitato, senza interiora e preparato con carne di maiale allevato all’aperto in Umbria.

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