ALTEDO (BO). Il 21  Maggio scorso, a ridosso della nota Sagra dell’Asparago Verde di Altedo IGP, si è colta l’occasione per fare il punto sulla situazione economica e sulle prospettive delle Denominazioni di Origine Certificate in Emilia Romagna.

Alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna e con il contributo di numerosi interventi dei rappresentanti di importanti Consorzi di Tutela e valorizzazione della Regione la discussione si è incentrata sulle prospettive della origine certificata per i prodotti ortofrutticoli e non in Italia ed in Europa.

“Mai come ora, –  dichiara Luciano Trentini – Direttore di CSO – in una fase in cui tutto è globalizzato, la tipicità alimentare, vale a dire i prodotti del territorio ,sono ritenuti importanti e da salvaguardare anche a livello di Commissione Europea. Una salvaguardia – continua Trentini – che è volta a  difendere i produttori e le aziende che operano sul territorio.

La tipicità è un valore ormai riconosciuto a livello universale e sono molteplici oggi le catene distributive che valorizzano con marchi propri i prodotti di origine certificata. Sarebbe molto importante, in questa fase – ribadisce Trentini – che ci fosse la possibilità di aggregare  le produzioni vegetali tipiche in Emilia Romagna in una unica organizzazione che possa essere più rappresentativa  anche a livello europeo.”

Da queste premesse potrebbe sembrare che la situazione commerciale di questo segmento di offerta ormai consolidato, almeno sul mercato italiano, siano abbastanza positive. In realtà,  per quanto riguarda i prodotti ortofrutticoli come Asparago Verde di Altedo, Pesca e Nettarina di Romagna, Pera dell’Emilia Romagna, i volumi di vendita non sono certamente  in linea con le potenzialità.

Dal Convegno di Altedo emerge con chiarezza la necessità da parte degli operatori di limitare l’aggravio burocratico per la gestione dei prodotti  IGP che negli ultimi tempi si è estremamente appesantito creando chiaramente delle difficoltà.

Il sistema di certificazione necessario per potersi fregiare del marchio IGP  prevede giusti controlli e sanzioni ma comporta anche un grosso carico di lavoro “ amministrativo “da parte degli agricoltori che ne rispondono direttamente.

I problemi ci sono e spesso il lavoro burocratico non è ripagato da un differenziale di prezzo  sufficiente per i prodotti IGP. D’altro canto emerge con chiarezza la potenzialità del sistema di produzioni certificate che sono da considerare una risorsa preziosa per il sistema produttivo regionale.

“Il problema del regime sanzionatorio  – dichiara Tiberio Rabboni – Assessore Agricoltura della Regione Emilia Romagna – non può fare da freno allo sviluppo dei prodotti DOP e IGP.

I prodotti ad origine certificata vanno tutelati con una attenzione particolare considerato il rischio frequente di contraffazione”.

Tiberio Rabboni, in qualità di Presidente di AREPO Associazione delle regioni europee dei prodotti di origine che  rappresenta 30 governi regionali e i collegi dei produttori di oltre 400 prodotti DOP, IGP e STG comunitari ha scritto una lettera a Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura della UE presentando  le proposte di emendamento formulate dall’AREPO con il fine di permettere alla politica di qualità di trovare il giusto spazio all’interno della politica agricola europea. Gli emendamenti presentati intendono sottolineare la necessità di un impegno, anche finanziario, della nuova PAC a sostegno delle DOP e IGP in modo che siano destinate risorse specifiche per il sostegno diretto delle produzioni di qualità all’interno della nuova PAC.

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