Il Ministero della Salute italiano, con Decreto del 25 gennaio 2013, ha disposto una nuova sospensione fino al 30 giugno 2013, dell’autorizzazione d’uso per i concianti sistemici sul mais. Sono passati pochi giorni dalla pubblicazione dello studio dell’EFSA datata 16 gennaio, sugli effetti tossici dei neonicotinoidi impiegati per il trattamento delle sementi.

Le conclusioni scientifiche a cui è giunta l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare sono state definite ”inquietanti” dalla stessa Commissione UE per cui è stato avviato l’iter europeo per giungere ad una  decisione comune che soddisfi le esigenze di prudenza e precauzione.

In tal senso la Commissione europea ha proposto, al Comitato permanente Ue per la catena alimentare, di sospendere per due anni l’autorizzazione dei preparati  insetticidi sistemici, concianti o granulari, su tutte le colture visitate  dalle api.

Purtroppo Spagna, Inghilterra e Germania hanno espresso contrarietà rispetto  agli indirizzi della Commissione UE, ma questo ambito comunitario non necessita  di consenso maggioritario. La prossima tappa del processo decisionale è stata fissata in febbraio.

“Riteniamo si debba sospendere per due anni l’uso di questi pesticidi per le colture che attraggono le api come mais, colza, girasole e cotone”, ha dichiarato il portavoce del commissario per la Salute, Frederic Vincent, “contiamo che il regolamento possa essere adottato prima di marzo e implementato entro luglio 2013″. Il commissario alla salute Tonio Borg, aveva già sottolineato che ”la tutela della salute della popolazione delle api in Europa è di grande importanza non solo per il settore agricolo, ma anche per l’eco-sistema e l’ambiente nel suo complesso”.

E’ un passo avanti importante anche se tardivo e non ancora risolutore rispetto risultati scientifici e di monitoraggio in campo che dimostrano inequivocabilmente sia la tossicità di queste molecole che la sostanziale inutilità agronomica della pratica di conciare le sementi. E’ auspicabile che si giunga quanto prima al ritiro di autorizzazione d’uso di queste molecole e che vengano riesaminate le procedure di autorizzazione di nuovi prodotti fitosanitari nonché alla revisione delle autorizzazioni concesse, in presenza di elementi di rischio per l’ambiente e per la salute.

Le valutazioni del Ministero della salute a premessa del sesto decreto di sospensione non sono condivisibili in quanto non accolgono il senso compiuto della preoccupazione espressa nel parere di EFSA.

Il rapporto EFSA è parziale perché non analizza, ancora, altri possibili effetti e rischi, ma, al contrario di quanto afferma il Ministero della Salute, ha accertato rischi inaccettabili, non mitigabili, per l’esposizione delle api da: concia delle sementi; trattamento di colture visitate da api e impollinatori per raccolta nettare e polline; guttazione del mais (goccioline d’acqua emesse dalle piante) per trattamento della coltura con l’insetticida sistemico thiamethoxam.

“Esprimiamo con questo incontro ufficiale che non ha precedenti nella storia delle nostre rispettive Organizzazioni, la volontà di avviare un percorso di costruttivo confronto e di collaborazione al fine di salvaguardare la salute dell’ape italiana, nel rispetto delle norme e nel mutuo riconoscimento di quanto esse dispongono a proposito delle figure professionali dell’Apicoltore e del Medico Veterinario”.

E’ quanto emerso in occasione di un primo scambio di vedute tra i presidenti di FAI e FNOVIRaffaele Cirone e Gaetano Penocchio, rispettivamente al vertice della Federazione degli Apicoltori Italiani e della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Veterinari – che si sono intrattenuti a colloquio per la prima volta e con il preciso intento di aprire un dialogo franco e sereno sui temi della sanità apistica italiana.

La materia, finora particolarmente trascurata e densa di lacune normative o difficoltà interpretative sulle competenze veterinarie in apicoltura, merita – ad avviso dei presidenti di FAI e FNOVI – l’avvio di un tavolo di concertazione che veda Apicoltori e Veterinari collaborare lealmente nell’intento comune di tutelare e garantire la salute del patrimonio apistico nazionale che è bene di pubblica utilità.

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