Da dovunque lo si guardi lo spettacolo offerto dal Lago Maggiore è sempre emozionante, un insieme di dolcezza e maestosità, condito da un clima ancora benevolo rispetto al rigore delle Alpi che gli sono immediatamente a settentrione.
Il secondo lago per dimensioni del nostro Paese è condiviso da Piemonte e Lombardia e cede un pezzetto anche alla confinante Svizzera.

Nella parte mediana, il suo bacino che si stende sinuosamente tra nord e sud, ospita tra i comuni di Stresa e Verbania il più affascinante arcipelago lacustre d’Italia, quello delle Isole Borromee che, oltre all’Isola Madre, l’Isola Bella e l’Isola dei Pescatori, annovera anche il minuscolo Isolino di San Giovanni e lo scoglio della Malghera.


Per visitarle va bene ogni periodo dell’anno, ma è meglio escludere l’alta stagione per poter godere maggiormente del fascino emanato da questo piccolo mondo circondato dalle acque del lago.
Raggiungerle è semplicissimo servendosi dei battelli di linea in partenza dalla vicina Stresa o, volendo, anche da Arona, Angera e Baveno.
La denominazione si riferisce alla potente famiglia dei Borromeo a cui fin dal XIV secolo fu infeudato il territorio e che operò notevoli trasformazioni sull’Isola Madre e sull’Isola Bella, che a tutt’oggi fanno parte dei possedimenti della casata.

La maggior parte dei lavori fu eseguita sull’Isola Bella, poco più che un grosso isolotto roccioso fino alla metà del Seicento.

Fu nel 1670 che il conte Vitaliano Borromeo diede avvio agli imponenti interventi che, oltre a dare all’isola la fisionomia di una nave, videro sorgere il Palazzo Borromeo e i giardini di grande impatto scenografico.

Oggi la visita permette di ammirare le affascinanti sale storiche del palazzo, ben 130 opere pittoriche, le grotte rivestite da ciottoli, stucchi e marmi e, soprattutto, il grandioso giardino barocco all’italiana con le sue dieci terrazze abbellite da statue, fontane, alberi tra cui molti agrumi, e numerose varietà di rose, camelie e rododendri.
Sulla sponda dell’isola che guarda la costa vi è un minuscolo villaggio, poco più di un grumo di case, abitato da circa 30 residenti.


L’Isola Madre, lo si intuisce dal nome, è la maggiore delle tre per superficie, e ospita anch’essa un raffinato giardino ma, a differenza dell’Isola Bella, qui si respira un’aria esotica, sia per la varietà di piante rare e di fiori provenienti da ogni angolo del mondo, sia per il fatto di avere un impianto all’inglese in cui le aree verdi trionfano in maniera naturale sui manufatti dell’uomo.

Tra questi spiccano il palazzo cinquecentesco che nelle varie sale conserva preziosi arredi originali, la piccola chiesa e il porticciolo. La passeggiata in questo che è un orto botanico a tutti gli effetti, arricchito dalla presenza di numerosi uccelli tra cui diversi esemplari di pavoni, conferisce un grande senso di pace e rilassatezza, tanto che già Gustave Flaubert lo descrisse come il “il luogo più voluttuoso mai visto al mondo”.


L’Isola dei Pescatori deve il suo nome alla peculiare attività dei suoi abitanti che per secoli hanno vissuto principalmente della pesca.

Su quest’isola non avvenne nessuna trasformazione sostanziale al di là della comparsa del borgo lacustre caratterizzato dalla presenza delle case a più piani, molte dotate di lunghi balconi su cui avveniva l’essiccatura del pesce, stretti vicoli, una piazzetta, qualche slargo, un grazioso lungolago e la chiesa dedicata a San Vittore.

Questo aspetto semplice ed arcaico è ciò che rende quest’isoletta, con ancora circa cinquanta residenti stabili, particolarmente affascinante.
Anche se i pescatori sono ormai ben pochi e gran parte delle attività è legata al turismo, con la presenza di ristoranti, un paio di alberghetti e negozi che vendono le tipicità della zona, la magia della piccola isola, soprattutto fuori stagione, è tutta intatta.

Come accennato, del minuscolo arcipelago fanno parte anche il piccolo Scoglio della Malghera, tra l’Isola Bella e l’Isola dei Pescatori, e l’Isolino di San Giovanni col seicentesco Palazzo Borromeo che fu per anni residenza di Arturo Toscanini. Quest’ultimo, sempre di proprietà della famiglia Borromeo, non è visitabile ma ben visibile dal lungolago di Pallanza da cui dista poche decine di metri.

Le Isole Borromee, tra le pochissime isole lacustri abitate in Italia (circa 100 residenti in tutto) conferiscono a questo tratto del Lago Maggiore l’atmosfera unica e incantata di un piccolo mondo antico a cui semplicemente non ci si può sottrarre.

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