750 mila sono le tonnellate di fibra di legno provenienti da foreste primarie utilizzate nel 2011 da Kimberly-Clark, il più grande produttore mondiale di carta tissue, destinata ad usi igienici.  Ora, un nuova promessa, un ambizioso obiettivo da raggiungere e annunciato in collaborazione con il Rio+20, Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile: ridurre significativamente l’impronta sulle foreste  sostituendo, entro il 2025, il 50% di fibra di legno con fonti alternative.

Una percentuale piuttosto alta e che corrisponde esattamente alla quantità necessaria per produrre oltre tre miliardi e mezzo di rotoli di carta igienica. Un nuovo capitolo si aggiunge così alla storia dell’azienda leader nella difesa delle risorse forestali ambientali.

L’iniziativa contribuirà, oltre che a ridurne il consumo, a garantire il prelievo ecologicamente e socialmente responsabile di fibra e allo stesso modo, a proteggere le società delle continue fluttuazioni dei prezzi del mercato mondiale di fibra.

“Assumersi la responsabilità delle foreste primarie è una misura fondamentale per preservare le foreste ancora esistenti nel mondo e frenare la deforestazione. Se applicate correttamente, le pratiche innovative di Kimberly-Clark potrebbero costituire una rivoluzione che contribuirebbe ad innalzare l’attenzione delle altre aziende a questo proposito”  ha affermato Richard Brooks, coordinatore della campagna contro la deforestazione di Greenpeace, nella speranza che il progetto possa essere così anche di esempio per altre grandi aziende.

L’incremento delle foreste nel mondo è infatti un’esigenza sempre più in costante aumento e che rende essenziale l’individuazione di fonti alternative alla fibra per contribuire alla sostenibilità delle foreste. Dipendono direttamente da queste più di 1,6 miliardi di persone che vi fanno affidamento per la loro sussistenza, per il cibo, vestiti e riparo.

Tuttavia, quasi la metà della copertura forestale della Terra è stata in gran parte abbattuta negli ultimi tre decenni e considerando che la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere i 9 miliardi entro il 2050, la pressione su tale questione continua a crescere. L’iniziativa di Kimberly-Clark dunque, non poteva che essere promossa in un momento migliore.

A tale scopo, l’azienda sta già investendo su impianti che utilizzano in modo efficiente e sostenibile le risorse terrestri e sta testando sul mercato Nord-americano sia una carta contenente il 20% di bambù, sia una realizzata in parte con fibre di paglia di grano. Un progetto ambizioso nel quale il Vice Presidente Global Sustainability di Kimberly-Clark, Suhas Apte, crede fermamente, come hanno lasciato intendere anche le sue stesse parole: “Sebbene KC sia consapevole che raggiungere l’obiettivo di ridurre significativamente l’uso di fibre provenienti da foreste naturali sia una sfida, la società è convinta nel perseverare nel suo impegno e nel collaborare con le principali parti interessate così da definire e ridurre la propria impronta sulle fibre da foresta primaria.”

Federica Caiazzo

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