Calabria (+20%). In decisa progressione la produzione, nonostante l’adesione dei viticoltori alla vendemmia verde. Lo stato di salute del vigneto è apparso ottimo durante tutte le fasi fenologiche.

L’andamento stagionale ha fatto ritardare di una settimana cacciata, fioritura e allegagione, ritenute però ottime. Lievi gli attacchi di peronospora e oidio in alcune zone, comunque ben controllati. Il caldo estivo potrebbe aver avuto un effetto positivo sulle gradazioni.

Sicilia (-22%). Piuttosto consistente il calo produttivo. Nel pieno delle operazioni vendemmiali, infatti, le stime amplificano verso il basso la variazione negativa formulata già in luglio. Come detto le cause di questo risultato vanno ricercate in eventi che vanno a incidere strutturalmente sul vigneto isolano come l’abbandono definitivo.

Negli ultimi due anni, infatti, il vigneto siciliano, grazie alle estirpazioni con premio, si è depauperato di oltre 5.000 ettari, che tradotto in volumi potrebbe significare una perdita di poco meno di 400.000 ettolitri. Quest’anno inoltre al contenimento della produzione ha contribuito anche la vendemmia verde.

Sono stati più di 11.000 gli ettari per i quali è stata accolta la domanda e questo potrebbe togliere potenzialmente dal circuito produttivo circa un milione di quintali di uva. A tutto ciò si aggiunga che l’andamento meteo, soprattutto primaverile, non è stato favorevole. Fioritura e allegagione, infatti, sono state accompagnate da temperature più basse rispetto alla media stagionale e da vento di scirocco che ha investito, in particolare, la Sicilia occidentale e la fascia costiera.

Zona quest’ultima interessata anche da una leggera presenza di oidio e peronospora. Anche il caldo eccessivo di agosto ha inciso negativamente, riducendo la resa delle uve. In termini percentuali le variazioni più elevate sono quelle attese nelle province di Trapani, Palermo e Ragusa, mentre più contenute, sebbene importanti, sembrano essere quelle di Caltanisetta e Agrigento. Sostanzialmente in linea con lo scorso anno, invece, Catania.

Sardegna (-16%). L’anomalo andamento meteo primaverile, caratterizzato da intense ed eccezionali piogge e dall’alternarsi di caldo-umido, ha determinato attacchi di patogeni, in primis peronospora, che hanno colpito in particolare Carignano, Monica, Cannonau ma anche Malvasie e Vermentino, e hanno causato danni piuttosto consistenti laddove non si è intervenuti tempestivamente.

Le zone maggiormente colpite sono quelle del Sulcis-Iglesiente e del Campidano di Cagliari. Si sono salvati i vigneti controllati dalle cantine sociali, che hanno attuato massicce e reiterate campagne di prevenzione. A tutto ciò si sono aggiunti i forti venti che hanno spazzato l’isola, anche prima dell’estate. In generale anche la vendemmia sarda presenta un ritardo medio di una settimana, sebbene in alcuni areali sia addirittura in anticipo rispetto alla norma.

La qualità delle uve non colpite da malattie è ottima e, di conseguenza, tale la si attende sia per i rossi sia bianchi. Le buone escursioni termiche dei mesi di luglio e agosto, con notti fresche e ventilate, e l’assenza di scirocco hanno bilanciato molto bene gli eccessi di calore, consentendo l’accumulo di sostanze aromatiche e coloranti rispetto allo scorso anno, che fanno sperare nell’ottenimento di vini dal profumo intenso e persistente.

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