Le voci di chi guarda al web come una possibilità di svolta stanno diventando un coro, in Francia sono molte le realtà che stanno crescendo vertiginosamente, rendendo necessario un cambio di mentalità.

La 50° edizione del Salon de l’agriculture ha chiuso i battenti, dopo due settimane di esposizione e circa 695 mila visitatori.

Per l’occasione, il portale “FrenchWeb” ha pubblicato un aggiornamento sul ruolo delle tecnologie digitali nel settore agricolo, con due focus su social network e applicazioni per smartphone.

Secondo l’indagine “Agrisurfeurs 2012“, il 79% degli agricoltori ha già acquistato prodotti di grande consumo su Internet e il 61% prodotti professionali. Tra le motivazioni che le inducono a favorire Internet, la prima citata è il prezzo (50%), seguita dall’assenza della necessità di spostarsi (44%), dalla disponibilità 24 ore su 24 (37%) e dalla velocità (36%).

Intervistato dalla rivista Terre-net, l’agricoltore Davesne Herve’ spiega: “Il vantaggio di internet è la velocità con cui si possono trovare le parti e gli accessori che cerchiamo. Sappiamo che sono disponibili e quale sarà la data di consegna. E’ molto importante”.  L’agricoltore fa però rilevare che, su Internet, “Il prezzo è il prezzo. Non si può negoziare con il computer. 100 euro sono 100 euro, mentre con un rivenditore tradizionale avrei potuto mercanteggiare”.

L’e-commerce procede a grande velocità tra gli agricoltori, come in altre professioni e nella popolazione francese in generale. Che si tratti di vendite tra imprese (business to business ovvero B2B) o tra impresa e consumatore (business to consumer, B2C), gli esempi di siti specializzati sono numerosi: Agriaffaires, TracteurPool, Abonneaupanier, Beiser, Prodeal center  etc. Senza contare i siti commerciali degli imprenditori agricoli.

Cogniel Bernard, presidente di Beiser, spiega in un’intervista a Terre-net che secondo le previsioni, nel 2014 il commercio elettronico rappresenterà il 50% del fatturato della società. L’azienda da un anno e mezzo sta investendo  fortemente nel proprio sito, cosa che permette di eseguire transazioni per un valore di 10.000 – 15.000 euro nella vendita di cingolati, senza nessun rapporto diretto con gli agricoltori.

(…) sono anche nati i siti mon-bovin e ibovin. Si tratta di mercati virtuali che permettono ai professionisti di inserire annunci gratuiti per la vendita di animali vivi. Al momento della registrazione, gli allevatori devono specificare la destinazione desiderata: allevamento/produzione, ingrasso, macellazione o di esportazione.

iBovin, società con sede a Rouen, nel 2012, suo primo anno di attività commerciale, ha realizzato un fatturato di circa 2 milioni di euro. Infine, ha ottenuto ad inizio gennaio 2013, 400.000 euro dal fondo Starquest Capital per espandere il suo servizio in Francia e in Europa.

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