VALLE DI DANUM (BORNEO). Una lunga strada sterrata ci porta in circa due ore nella Danum Valley, uno degli obiettivi principali del nostro viaggio in Borneo. L’emozione è davvero alta, stiamo per entrare in uno dei santuari naturalistici più importanti del pianeta, un mondo ancora per gran parte inesplorato, sconosciuto, dove ogni anno vengono scoperte nuove specie animali e vegetali.
Qui non esistono strutture alberghiere propriamente dette, ma solo un centro ricerche che su prenotazione accoglie anche visitatori esterni.
Detto più chiaramente non è un posto per turisti abituati alle comodità. Due grosse camerate comuni, una per i maschi e una per le femmine, con letti a castello, brande e servizi igienici all’esterno vengono chiamate generosamente ostello, ma in realtà offrono meno di un comune campeggio.
Tutt’attorno, per distanze enormi, c’è la foresta pluviale primaria, ovvero una giungla inviolata da oltre cento milioni di anni, esistita già al tempo dei dinosauri e modificatasi via via per le leggi dell’evoluzione. Il tasso di umidità è elevatissimo, come il caldo, e bisogna fare molta attenzione, perché la zona è infestata come nessun’altra da voraci sanguisughe con le quali ognuno di noi ha poi dovuto fare i conti.
Sappiamo anche che non ci si può inoltrare nella foresta da soli. Diversi turisti si sono persi dopo poche centinaia di metri, e talvolta sono stati ritrovati stremati dopo un’intera giornata di ricerche. Ma ormai ci siamo, e prendiamo accordi per iniziare la nostra esplorazione con le guide del parco (continua).
Roberto Pellecchia