Le nuove frontiere del gusto propongono il social eating. Eventi dedicati al buon cibo, in case private, atelier, terrazze panoramiche e giardini.
I padroni di casa si trasformano in chef, che appassionati di cucina propongono per hobby le loro specialità, cucinando nella propria abitazione.
E’ stata ribattezzata “home restaurant” e si sta rivelando in tutto il mondo l’ultima tendenza del social eating. L’abbiamo chiamata per tanto tempo “cucina casereccia”, più che tale oggi è casalinga e non è riservata solo a parenti e amici ma può diventare un vero e proprio business.
In tempi di crisi ci si inventa ristoratori senza grandi investimenti, scegliendo di aprire un ristorante a casa propria. Un po’ come succede a Cuba, nella formula ribattezza “particular” che ora è arrivata anche in Italia declinata in modi diversi, a seconda della sensibilità dei padroni di casa: diffondere la gastronomia locale, dare sfogo alla passione per i fornelli, socializzare e conoscere persone nuove.
Per l’home restaurant, basta avere una cucina, un po’ di posto per ospitare i commensali (pochi) perché è pur sempre una casa, e soprattutto ottima capacità di organizzarsi e di destreggiarsi tra le pentole.
Per aprire un ristorante a casa propria non servono autorizzazioni né dal Comune né dall’Asl. Non serve una Partita IVA per un massimo lordo di 5.000 euro annue, in caso contrario è bene attrezzarsi dopo aver consultato un commercialista.
Le spese? Davvero minime dunque, tutto parte forse da un frigorifero più grande e qualche tavolino pieghevole. Particolari per rendere più accogliente la casa, per il resto si usa quello che si ha, compresi i piatti, perché l’obiettivo è di “sentirsi a casa”.
Caratteristica degli home restaurant è mangiare quel che c’è, soprattutto in base alla stagione, sempre con una piccola scelta tra i primi e i secondi piatti. Le soddisfazioni maggiori arrivano dai turisti che apprezzano soprattutto la semplicità, i menù e i prodotti della tradizione locale, ma anche l’ospitalità e la semplicità di normali famiglie.
Questa nuova moda dopo Parigi, New York, Londra e l’Havana, ha conquistato anche l’Italia, partendo dalla Capitale, dove si può cenare in luoghi esclusivi, in una formula che prevede in pagamento online per partecipare agli eventi. La novità è anche una start up che si chiama “Ceneromane. The Italian homerestaurant”. Numerose le proposte che si trovano navigando, essendo un settore senza una vera e propria regolamentazione.
Ecco perchè è bene, in quanto consumatori-clienti, ricordarsi che laddove non ci sono obblighi è difficile che vi siano diritti. Dunque vi sono tanto realtà bene attrezzate, così improvvisati “ladroni”.
In particolare a Roma si trova davvero una vasta scelta: dalle cene vista cupola, agli aperitivi in un loft a San Lorenzo, o i buffet ad Ostia Antica. E per chi è stanco dei soliti menù, si possono scegliere alternative vegane o con piatti tipici della cucina romana.
Ma, le opportunità di cene “casalinghe” e nuove sono tante anche in tutta la penisola, dalla Sicilia a Milano. Non resta che affidarsi al web oppure ad una delle tante applicazioni e scegliere il quartiere, ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Anche se non sempre mangiare “a casa di…” è economico, ci sono anche menù che partono da 120 euro, come altri che partono da 6 euro. Basta solo scegliere e varcare la soglia di un “home restaurant” per gustare e condividere una nuova esperienza di socializzazione.