La produzione di grano duro in Italia è di a circa 3,5 milioni di tonnellate. L’Italia è il maggior produttore europeo con il 40 % della produzione totale, di cui circa il 52 % dei prodotti trasformati sono esportati sia verso gli Stati membri dell’UE, sia verso i Paesi terzi. Le aziende agricole che si dedicano a questa coltivazione sono circa 200.000, localizzate per lo più nelle Regioni del centro sud d’Italia per un superficie complessiva di 1.250.000 ettari.

 

“Accolgo con soddisfazione la volontà manifestata dagli operatori del settore del grano duro di avviare un confronto, al fine di definire un accordo quadro di filiera, in analogia con quanto avvenuto con la filiera risicola che, dopo la sottoscrizione di un accordo quadro il 2 dicembre 2010, ha stipulato un primo contratto di fornitura. Apprezzo molto la disponibilità dei rappresentanti delle associazioni del comparto risicolo che, in occasione della prima riunione ministeriale dedicata al ‘grano duro’, illustreranno l’esperienza maturata in merito“.

 

Così si è espresso il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Saverio Romano che ha invitato competenti Uffici ministeriali a convocare la prima riunione tecnica della filiera del grano duro per il 29 settembre, presso il Ministero.

 

“Far tesoro delle esperienze realizzate in altri settori e confrontarsi, in un momento così cruciale di fronte alle sfide della nuova PAC, facilita – ha proseguito il Ministro – il percorso sulla via del dialogo fra i diversi soggetti della filiera. Rafforzare gli strumenti di gestione dei mercati e combattere la volatilità dei prezzi dipende anche dalla volontà dei principali protagonisti delle filiere; quella del riso ne è un esempio”.

 

“Infatti, nella filiera risicola, il coordinamento del Ministero – ha proseguito Romano – ed un lungo lavoro preparatorio inizia a dare i suoi frutti, con la stipula di un contratto di fornitura che, per la prima volta, fissa un prezzo minimo da riconoscere ai produttori interessati”.

 

“E’ dunque di fondamentale importanza disporre di accordi quadro che facilitino l’integrazione verticale delle filiere per consentire la programmazione delle produzioni attraverso la sottoscrizione di contratti di fornitura: strumenti adeguati a garantire equilibrio di mercato, stabilità dei redditi agricoli e – ha concluso il Ministro – certezza di approvvigionamento per le imprese di trasformazione.”

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