NAPOLI. Un Bassolino stanco, quasi impaurito, quello che a Terra Felix non ha rifiutato la sua presenza. Ha quasi, però, schivato le telecamere, pur essendosi prestato a chiudere il suo giro tra gli stands. “L’altra Campania” – ha ribadito – “è la gran parte della Campania.

Intendiamoci la realtà è dura, ma lo è in generale per l’agricoltura. Lo sviluppo distorto è quello delle industrie che inquinano, anche questo ci ricorda Bruxelles. Terra Felix ci invita a considerare l’agricoltura non come il passato, ma come un mondo moderno ed una risorsa. Qui alla Mostra d’Oltremare vorrei che nascesse uno spazio permanente per i prodotti campani ed anche che si aprissero diverse sedi dell’enoteca regionale sparse per tutta la Campania. Questo è già nei programmi dell’assessore Gianfranco Nappi!”.

Così Antonio Bassolino chiude la prima edizione di Terra Felix, mostra dell’agro-alimentare campano, tenutasi a Napoli dal 4 all’8 dicembre 2009. Dibattiti, spettacoli, attività, fattorie didattiche: certo gli appuntamenti non sono mancati. Senza dubbio tra gli ospiti più attesi e graditi Carlo Petrini, padre di Slow Food, infatti lo spazio espositivo prevedeva un’area Terra Madre con i prodotti delle Comunità del cibo. “E’ importante cominciare  stabilire un rapporto diverso tra i produttori e i consumatori”. Si rivolge subito ai produttori Petrini, chiede loro di mantenere il proprio orgoglio nel presentare i propri prodotti, ma anche di cogliere l’occasione per parlare della drammatica situazione attuale.

“I prodotti sono diventati merci”, continua, “non sono più valori, così il prezzo determina tutto. Voi piccoli produttori sarete destinati a scomparire se l’unico parametro sarà il prezzo. La grande distribuzione impicca tutti, la battaglia è dura ma dovete lottare e l’unica grande arma è il vostro territorio. Legatevi strenuamente al vostro territorio e non morirete. Non ci devono convincere che possiamo alimentarci senza gusto e senza storia. E’ ora di fare squadra, dobbiamo privilegiare i prodotti artigianali e legarli al territorio. Non dobbiamo più parlare di consumatori, ma di coproduttori. Parlate con la gente, parlate coi bambini…sono il nostro futuro. Diamo più informazioni possibili. Specifichiamo dove facciamo un prodotto e come lo facciamo! E mi raccomando governate il limite, attenti a non gonfiare troppo i prezzi, altrimenti perderete i coproduttori. Terra Madre è in 153 Paesi nel mondo, se non passano questi concetti ci spianano e saremo costretti a mangiare Philadelphia dalla mattina alla sera”.

Il pubblico è sempre stato attento, partecipativo, lungo tutto il discorso. Petrini rifugge la definizione di “guru”, ma ha quell’effetto su chi sa bene che le sue parole sono l’unica strada possibile. Per riportare al centro del sistema economico l’agricoltura è importante comprare prodotti locali, scegliere produzioni artigianali, il risultato sarà un ambiente più sano e maggiore salute per tutti. Concetti che, fortunatamente, hanno fatto da collante a tutta la kermesse, attraversata da un sano orgoglio campano e dalla speranza che un giro di boa sia possibile.

A dimostrarlo anche due importanti iniziative partite da Napoli nei giorni del Terra Felix: due protocolli di intesa della Regione Campania con il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano e con il Parco Nazionale del Vesuvio. Il primo ha come obiettivo la costituzione del Biodistretto del Parco del Cilento, che mette in sinergia 440 aziende salernitane dedite alle produzioni agroalimentari biologiche. Il secondo accordo, invece, consiste in un progetto di promozione dell’agricoltura e del comparto vitivinicolo all’interno del Castello Mediceo di Ottaviano, già sede del Parco Nazionale del Vesuvio.

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