La Commissione Ue ha previsto sei obiettivi da qui al 2020 per ridurre in modo sostanziale le minacce che incombono sulla biodiversità. Una scelta obbligata, visto che il ritmo a cui le specie animali e vegetali si estinguono oggi è mille volte superiore a quello naturale, a causa soprattutto delle attività umane.
In particolare tra i sei obiettivi per arrestare la perdita di biodiversità c’è quello di garantire la sostenibilità delle attività agricole e forestali. Compito che il settore primario in parte già svolge: grazie a buone pratiche come l’agricoltura di conservazione, l’agricoltura biologica, la riforestazione, il pascolo rotativo e il ripristino delle terre degradate, gli agricoltori contribuiscono alla protezione e alla difesa della biodiversità.
Affinché questi sforzi raggiungano una diffusione capillare su scala sia nazionale che globale, però, è necessario prevedere – spiega la CIA – politiche concrete, finanziamenti adeguati a tutti i livelli e misure di incoraggiamento per gli agricoltori, come per esempio una remunerazione per i servizi forniti a salvaguardia degli ecosistemi. Tenendo sempre presente che la tutela della biodiversità è assolutamente incompatibile con la presenza di Ogm.