Da qualsiasi punto di vista la si consideri, la fortezza di Castel del Monte, costruita nel XIII secolo a 540 metri di altezza sul sommo di un’altura delle Murge occidentali in Puglia, nel territorio comunale di Andria, è una costruzione medievale dal fascino irresistibile.
Considerato uno dei 15 castelli più belli del mondo, è l’unico in assoluto ad avere una pianta ottagonale che, oltre a caratterizzarlo, è al centro delle teorie più disparate sulla sua reale natura.

Il numero otto qui è presente in maniera quasi ossessiva: le otto torri ai vertici, le otto stanze interne per ogni piano, il cortile ottagonale, la vasca interna che doveva essere ottagonale, le rappresentazioni botaniche sotto forma di foglie sul portale, sui capitelli, sulle chiavi di volta delle varie sale, sempre in numero di otto.
Non fa meraviglia, quindi, che su Castel del Monte si siano scritti fiumi di parole, in cui medievalisti, matematici, astronomi, esoteristi, architetti e ingegneri si sono incontrati e scontrati per avanzare le tesi più plausibili o stravaganti.


Patrimonio Unesco dal 1996, la storia più accreditata del castello narra che il 29 gennaio del 1240 Federico II di Hohenstaufen ordinò a Riccardo di Montefuscolo, Giustiziere di Capitanata, che venisse predisposta la costruzione di una fortezza presso la chiesa di Sancta Maria de Monte.
Poco si sa dell’architetto designato e secondo alcuni la bozza fu realizzata per mano dello stesso imperatore. Probabilmente l’edificio fu costruito sulle rovine di un preesistente fortilizio longobardo o normanno, ma il mistero a cui risulta difficile dare una risposta è quale fosse la sua vera funzione.
A cosa poteva servire un castello talmente bello e particolare, ma tutto sommato di dimensioni troppo contenute per avere una valenza militare o anche semplicemente residenziale, vista la presenza di appena 14 sale (essendo due adibite a portone e antiportone) di 62 metri quadrati l’una?


Troppo scomodo e piccolo per la numerosa e raffinata corte dell’imperatore, che si muoveva con al seguito la famiglia, la nobiltà più stretta, la servitù, i falconieri, le odalische, gli armigeri e un contorno di persone mai inferiore a qualche centinaio di unità.
Per quanto all’epoca la zona fosse circondata di fittissimi boschi, dettaglio che potrebbe far pensare a un castelletto di caccia, risulta troppo strana la mancanza di scantinati, cucine, stalle e servizi e, per una eventuale funzione difensiva, di fossato, caditoie e ponte levatoio.
Da qui l’ipotesi da molti sostenuta che si trattasse di una sorta di tempio laico, pregno di elementi simbolici, iniziatici, esoterici, astronomici e matematici.


Si fa risalire, per esempio, la scelta della pianta ottagonale come chiaro riferimento alla Cupola della Roccia di Gerusalemme o forse alla Cappella Palatina di Aquisgrana, ma quel che è certo è che il castello fu costruito in modo da rappresentare, con un gioco di luci e ombre, dei chiari riferimenti astronomici in giorni particolari.

A mezzogiorno dell’equinozio di autunno, ad esempio, le ombre delle mura raggiungono perfettamente la lunghezza del cortile interno, ed esattamente un mese dopo coprono anche l’intera lunghezza delle stanze.

Inoltre l’8 aprile e l’8 ottobre, e ottobre in quel tempo era considerato l’ottavo mese dell’anno, un raggio di sole entra dalla finestra nella parete sudorientale e, attraversandola, illumina una porzione di muro dove prima era scolpito un bassorilievo.

I due leoni posti sulle due colonne che fiancheggiano il portale di ingresso, sono rivolti verso i punti dell’orizzonte in cui il sole sorge nei due solstizi d’estate e d’inverno.
Una sorta di calendario astronomico dunque, ma anche un monumento celebrativo della grandezza di Federico II.


La forma ottagonale del castello lo fa sembrare simile a una corona, non a caso quella, anch’essa ottagonale, con cui fu incoronato l’imperatore stesso. Pur non avendo probabilmente una funzione residenziale per periodi prolungati, la presenza di bagni e camini ad entrambi i piani, il lusso delle rifiniture e la raffinatezza del repertorio scultoreo rendono plausibile un uso di rappresentanza, riservato probabilmente ad una ristretta cerchia di privilegiati molto vicini al sovrano, viste le dimensioni dell’edificio.

Castel del Monte era oggetto di enorme stupore ed ammirazione da parte di sudditi, alleati e nemici di Federico II e probabilmente fu concepito proprio per sottolinearne il potere.
Sicuramente questa roccaforte in terra pugliese è quelle che meglio di ogni altra opera esprime globalmente la straordinaria figura storica di Federico II di Svevia, trasmettendo ancora oggi sensazioni forti a chiunque lo visiti.

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