CASALBUONO (SA). Potremmo incominciare questa storia, come in una fiaba, dicendo “c’era una volta un castello…”.

Ma non è una fiaba e non è una storia a lieto fine. Qui, nell’estremo Sud della Provincia di Salerno, il castello c’era davvero o, meglio, c’erano i suoi ruderi. “Ruderi” che in Scozia o in Irlanda conservano gelosamente, facendoli fruttare anche un bel mucchio di quattrini, che cacciamo noi turisti per poterli andare a vedere. Ma dalle parti nostre cosa facciamo? Un bel restauro, ma non conservativo.

Uno di quei “restauri” – e anche qui le virgolette sono d’obbligo – partoriti da menti perverse, autorizzati da enti e amministrazioni tanto conniventi quanto incompetenti, che stravolgono l’architettura, distruggono il fascino del luogo, vanificano ogni tentativo di crescita turistica.

Lo dico sinceramente: ho provato tanta rabbia quando ho visto il “restaurato” castello di Casalbuono, il cui centro storico non è stato trattato in maniera migliore, da giurare a me stesso di non tornarci mai più.

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