Quarta isola minore d’Italia per dimensioni, l’isola di San Pietro non è nota al grande pubblico e sfugge con orgoglio alle tentazioni di facili guadagni con turismo.

Eppure avrebbe tutte le carte in regola per farlo: coste incomparabili, dorate spiagge sabbiose, macchia mediterranea che domina su ogni angolo di questo lembo di Sardegna.

Una strana storia, che vede nascere il suo centro abitato con settemila residenti nel 1736, quando Carlo Emanuele III, detto il Forte, decide di ripopolare l’isola, da tempo deserta, con 300 coloni di Tabarka, poco più che uno scoglio della Tunisia, su cui nel Cinquecento si erano rifugiati alcuni abitanti di Pegli, in Liguria.

Così una scheggia ligure, dopo essere transitata per l’Africa, approda su San Pietro e fa nascere Carloforte, così chiamata in onore del re.

Vicoli e carrugi e case colorate, vezzosamente decorate con tratti in stile Liberty, ospitano questo antico popolo che ancora parla un antico dialetto genovese immutato da cinque secoli, per noi assolutamente incomprensibile.

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