Una nuova impresa enologica per la Cantina di Alberobello del cavalier Dante Renzini: uno spumante di alta classe in terra di grandi rossi! Il brut “Donna Gislena”, frutto di quattro vitigni autoctoni, va ad aggiungersi ad altri assi dell’azienda, come LUI, l’IGT Puglia Rosso Nero di Troia, che anche quest’anno si è fatto notare a Sanremo, insieme all’altro LUI, il prosciutto crudo di Norcia Igp della Casa.

Tra vini grintosi e sanguigni dal nome evocativo: Negroamaro, Nero di Troia, Primitivo… ecco spuntare un bianco fruttato, addirittura spumante, dal perlage delicato: impensabile, ma vero. Ad Alberobello di Bari, patria di rossi corposi, la Cantina-Museo Albea, dopo anni di ricerca e lavoro intenso, ha ricavato un raffinato brut da uve autoctone, attraverso la spumantizzazione secondo il metodo classico champenoise: “Donna GISLENA Medici”.

«Da tempo pensavo di affiancare al nostro ormai famoso fuoriclasse LUI (Igt Puglia Rosso Nero di Troia) un bianco dello stesso livello che fosse espressione del territorio, senza per forza dover copiare gli analoghi viniblasonati di altre zone, più vocate», rivela il cavalier Dante Renzini, titolare della struttura pugliese, «Per questo spumante della Valle d’Itria, abbiamo utilizzato quattro vitigni autoctoni, Verdeca, Bianco d’Alessano, Fiano Minutolo e Maruggio, che conferiscono al brut sentori di frutta gialla matura e fragranza di fiori freschi. Alla finezza delle nostre bollicine doveva corrispondere un nome di pari eleganza per cui ho dato allo spumante quello della mia nonna paterna, persona di carattere e, al tempo stesso, dolce, autorevole ma gentile: esattamente come il “Donna Gislena Medici!».

All’incredibile risultato, in grado di spiazzare le regole codificate e tradizionali di una certa enologia e di rimarcare in modo inconsueto l’identità territoriale di questo angolo di Puglia, non si è arrivati per caso, come riferisce l’enologo Claudio Sisto, responsabile di Albea: «Il brut nasce da un progetto ben definito. Alla Cantina, volevamo lavorare sui vitigni a bacca bianca della valle d’Itria per trovare una base spumante che potesse caratterizzare la produzione di questo territorio sotto un aspetto diverso, rispetto alle due doc, Locorotondo e Martina Franca, storicamente riconosciute. La nostra scelta è stata fatta anche grazie agli studi dell’Istituto di Ricerca di Locorotondo che si occupa da tempo della valorizzazione dei vitigni minori».

 ALBEROBELLO

Dopo un primo periodo sperimentale di lavorazione del brut, che ha permesso l’annata 2009, la Cantina Albea ha l’obiettivo di incrementarne la quantità, ma solo fino a un certo punto…«Oggi volutamente ci limitiamo a 2.000 bottiglie di spumante all’anno», conferma Dante Renzini, «In programma, abbiamo l’aumento della produzione del “Donna Gislena” fino a raggiungere nel 2016 le 6.000 bottiglie annuali, numero che però non intendiamo superare per poter garantire sempre una qualità costante e di pregio».

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