BARI. Dati esplosivi quelli del biologico in Puglia (dati SINAB al 31 dicembre 2009): 6.208 produttori biologici, contro i 5093 del 2008 (+ 23,3%), 140.176 ettari contro i 94.750 ettari del 2008, con un aumento pari al 47.9%. Questa realtà eccellente è stata rappresentata nel corso della ‘Biodomenica 2010’, evento giunto all’XI edizione, organizzato da Coldiretti Puglia, AIAB Puglia e Legambiente Puglia.
Ben 30 aziende espositrici a Bari hanno testimoniato ai cittadini-consumatori i progressi compiuti dal biologico in Puglia ed il risultato tangibile del difficile percorso agrario, ma imprenditorialmente affascinante e rispettoso dell’ambiente e delle esigenze dei consumatori.
“Dopo un processo di stabilizzazione e normalizzazione rispetto alla diffusione del metodo biologico, il numero dei produttori – spiega il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni – è tornato a crescere e contestualmente abbiamo registrato l’aumento tendenziale dei consumi, delle ditte di trasformazione e dei servizi connessi alla filiera dell’agricoltura biologica come agriturismi, mense bio, ristoranti e operatori certificati, il tutto pari ad un aumento dell’81 percento. Altro punto centrale è l’attenzione alla sicurezza alimentare nei servizi di ristorazione collettiva, preciso dovere degli enti locali (Comuni, Province e Regioni)”.
Le pratiche colturali bio interessano tutti i comparti agricoli del territorio pugliese: olivo (47,48%), cereali (50,57%), foraggiere (11,63%), vite (7,89%), colture ortive (7,36%), frutta (3,75%), frutta secca (5,77%), sul totale degli ettari coltivati a biologico.
“Gran parte della nostra produzione – aggiunge Giuseppe Lombardi, Presidente AIAB Puglia – finisce sulle tavole del nord Italia e degli europei, sottostando così alle leggi del mercato e della distribuzione organizzata che, come in qualsiasi altro settore agroalimentare vede la non giusta remunerazione di chi produce. Bisogna, quindi, organizzare un sistema capace di semplificare l’incontro della domanda e della offerta, un sistema di filiera corta mediante costituzione di piattaforme per la concentrazione delle produzioni e farmers’ market bio. Quindi il futuro del biologico sta nella capacità di organizzare l’offerta e comunicare al consumatore finale e alla ristorazione scolastica e ospedaliera da dove viene il cibo, dal minor numero di passaggi di filiera, che si traduce in un vantaggio economico sia per il consumatore che per il produttore”.
“La Biodomenica rappresenta un’importante occasione – dichiara Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia – per parlare di ambiente, tutela della biodiversità, salute, alimentazione e gusto ma anche per promuovere il consumo di prodotti biologici, sicuri, di qualità legati al territorio, alla sua cultura e alle sue tradizioni. Riteniamo importante il lavoro che sta portando avanti l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia sia sul fronte no OGM contro le colture geneticamente modificate ma anche nella promozione della filiera corta e dell’agroalimentare di qualità a marchio Prodotti di Puglia”.
Il biologico, oggi, è una grande opportunità, che permette, partendo da istanze “locali”, di rispondere a “livello globale” alla grande crisi climatica, alimentare ed economico-sociale. Il biologico si propone, infatti, a livello locale come un modello in grado di fornire le migliori risposte valorizzando il sapere locale, la biodiversità e il risparmio energetico.