SERRAPETRONA (MC). Domenica 20 Novembre Marche di Gusto vi porta alla scoperta dei segreti e dei metodi di lavorazione della vernaccia DOCG e dei vini Serrapetrona DOC.

PROGRAMMA:

Ore 10.30 Partenza da Ancona, Piazza d’Armi.

Ore 12.00 Arrivo a Serrapetrona e visita dell’azienda Colli di Serrapetrona per ammirare le bellissime pareti di grappoli appesi ad appassire, ascoltandone la storia dagli stessi produttori.

Degustazione dei prodotti a base di Vernaccia in cantina.

Pranzo nell’agriturismo annesso.

Ore 15.30 visita libera della deliziosa cittadina con degustazione presso gli stand dei produttori

Ore 16.30 partenza per il rientro.

Ore 18.00 rientro ad Ancona.

***BUS  + DEGUSTAZIONE + PRANZO + ACCOMPAGNATORE SOMMELIER

Quota per persona € 35.00

IN ANTEPRIMA LA TESSERA MARCHE DI GUSTO 2012 INCLUSA

Per informazioni www.marchedigusto.com

Ma approfondiamo la nostra conoscenza della Vernaccia di Serrapetrona:

La Vernaccia di Serrapetrona è un vino che si produce nelle Marche e proviene da uve del vitigno omonimo, coltivato fin dagli antichi tempi. Si ricorda che il Conti, nella “Storia di Camerino e dintorni”, riferisce che nel Medio Evo, un polacco al soldo di truppe mercenarie, attratto dalla Vernaccia prodotta nella zona esclamasse:  “Domine, Domine quare non Borgianasti regiones nostras” (Signore, Signore, perchè non hai fatto le nostre terre come Borgiano? – Borgiano è una frazione del Comune di Serrapetrona).

Certo è che nel 1893 la produzione era tanto piccola che si diede per estinto il suo vitigno, la Vernaccia nera, anche se nel 1876 un documento ufficiale del Ministero dell’Agricoltura, il “Bollettino Ampelografico”, sottolineava come “fin dal 1872 la Vernaccia venne dichiarata la prima delle uve colorate per fornire eccellenti vini da pasto”. Vino raro ma molto apprezzato: scrittori di fama, come Mario Soldati, e gastronomi illustri hanno celebrato le sue virtù.

La curiosità di questo vino  è legata al metodo di vinificazione, forse l’unico vino al mondo che prevede 3 fermentazioni e rifermentazioni successive : il 60% delle uve viene vinificato al momento della vendemmia, il restante 40% (tutto a bese di Vernaccia nera) viene messo ad appassire su graticci con i grappoli legati due a due. Entro la metà del mese di gennaio l’uva viene pigiata (seconda fermentazione) e alla fine del mese inizia l’ultima fase, che consiste nell’unione del mosto ottenuto dalle uve appassite con il vino base. Ha inizio a questo punto la terza ed ultima fermentazione naturale, per ottenere un vino unico e raro.

L’eccellenza di questo spumante rosso naturale non impedì che la produzione rimanesse sempre molto limitata. Ancora oggi, dopo lo sviluppo produttivo seguito al riconoscimento della D.O.C. nel 1971 e D.O.C.G. nel 2003, la superficie vitata è di solo 45 ettari.

Proprio in questo periodo le cantine dove si produce la Vernaccia possono essere visitate per conoscere le modalità di appassimento delle uve.

“Appassimenti aperti”, così è chiamata la rassegna che riprende il nome dalla più famosa giornata di Cantine aperte organizzata annualmente in maggio dal Movimento del Turismo del Vino, rappresenta un’occasione per ammirare le bellissime pareti di grappoli appesi ad appassire, ed ascoltare dai produttori stessi una storia antica.

Apparteneva infatti alla civiltà contadina l’usanza di mettere ad appassire l’uva per assicurarsi buon vino, superando le difficoltà che la natura opponeva; oggi quella necessità è diventata un’eccellenza, simbolo di un territorio che basa su enogastronomia, cultura e tradizioni il suo sviluppo.

“Appassimenti aperti” promuove la conoscenza di vini inconfondibili ottenuti da vitigno autoctono, inestricabilmente legati alla loro terra e non riproducibili altrove. E proprio per esprimere il forte legame con le specificità del luogo, la manifestazione ospiterà anche stand di prodotti tipici, il mercatino dell’artigianato artistico e gruppi folcloristici.

NOTE: Abitualmente la Vernaccia di Serrapetrona si destina a dessert, al dolce in generale, preferibilmente a pasticceria secca, biscotti e pandolci rustici.

Fino all’inizio del secolo, nei giorni di ricorrenza agresti, si offriva polenta di mais condita con la “sapa” (mosto altamente concentrato a fuoco) e Vernaccia spumeggiante.

La modesta presenza di zuccheri naturali, residui della fermentazione, e l’anidride carbonica, esaltano con delicatezza il fascino della successione odorosa che invita alla meditazione.

Sorprende l’accostamento della Vernaccia, del tipo secco, a formaggi piccanti e semiduri, mediante grassi, a fermentazione fungina, oltre a carni più impegnative, a bolliti salsati alla mostarda di frutta.

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