Con un aumento annuale degli acquisti del 9 per cento di prodotti biologici che finiscono nel carrello della spesa di oltre la metà degli italiani, è particolarmente importante l’operazione della Guardia di Finanza che ha scoperto l’importazione di falsa soia biologica geneticamente modificata (Ogm) proveniente dall’Est Europa.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che nonostante la crisi è cresciuto l’acquisto di prodotti biologici insieme all’opposizione agli Ogm che sono considerati meno salutari da ben il 60 per cento degli italiani, secondo l’indagine Coldiretti /Swg.
Il fatturato dei prodotti biologici in Italia negli ultimi dieci anni è triplicato passando da meno di un miliardo di euro del 2000 agli oltre tre miliardi di euro attuali ed è quindi importante – sottolinea la Coldiretti – non abbassare la guardia sul fronte dei controlli anche alla luce di un aumento delle importazioni nonostante il fatto che l’Italia possa contare sul maggior numero europeo di imprese biologiche.
Al primo gennaio del 2011 in Italia gli operatori del settore biologico sono 47.663 mentre la superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica, risulta pari a 1.113.742 ettari, con un incremento rispetto all’anno precedente dello 0,6 per cento.
Di fronte al ripetersi di frodi che riguardano l’importazione di prodotti falsamente biologici è necessario introdurre al più presto il marchio per il biologico italiano che possa rendere facilmente riconoscibile la produzione ottenuta con materia prima e standard nazionali, per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato.
Dalle rilevazione Ismea-Gfk-Eurisko nel 2011 emerge un incremento della spesa in prodotti biologici del 9 per cento su base annua in netta controtendenza con la riduzione complessiva dei consumi di generi alimentari. Incrementi si rilevano in particolare per i lattiero-caseari (+16 per cento), le uova (+21 per cento) e per altre referenze come biscotti, dolciumi e snack (+16 per cento) e bevande analcoliche (+16 per cento).
Più contenuti gli aumenti per l’ortofrutta fresca e trasformata (+3 per cento), che resta comunque la categoria guida tra i prodotti biologici, raggiungendo un’incidenza sul totale pari a quasi un terzo in termini di valore.
Segnano il passo anche pasta, riso e sostituti del pane (-3 per cento) nel complesso), con un bilancio 2011 particolarmente negativo per la pasta bio, i cui acquisti si sono ridotti di oltre l’11 per cento. Anche per carni e salumi emerge in generale una flessione dell’8 per cento degli acquisti, in un’annata negativa inoltre per gli oli (-19 per cento) e per la categoria “zucchero, caffè e tè” (-3 per cento).