NAPOLI. Alcuni mesi fa fu lanciato l’allarme  per il rischio di definitiva estinzione per la ‘Capra Napoletana’. La rivista partenopea “Agricultura e Innovazione” aveva acquistato un gruppo di animali per scongiurarne l’estinzione.

Capre che purtroppo dovevano essere trasferite perché non era più possibile tenerle nell’allevamento che le ospitava e quindi il rischio poteva essere quello di finire al macello. A rispondere all’appello lanciato dal direttore della rivista Nando Cirella, a mezzo stampa fu lo Zoo di Napoli .

“Oggi – spiega Nando Cirella – le capre sono nuovamente a rischio, dopo il fallimento dello Zoo di Napoli, che ospita, 15 esemplari iscritti al registro anagrafico della capra napoletana, e quindi gli unici ufficialmente rimanenti di questa antica razza”.

Per supportare il Comune di Napoli ed in particolare l’Assessorato allo Sviluppo, il direttore Cirella, insieme ai docenti della Facoltà di Medicina Veterinaria, Vincenzo Peretti e Luigi Esposito, rispettivamente esperti il primo di genetica veterinaria ed il secondo di allevamento degli animali di interesse faunistico, hanno avuto un incontro con lo staff dell’Assessore Marco Esposito, per supportarlo tecnicamente nelle decisioni che dovranno essere prese per lo zoo. Decisioni ardue per alcuni animali anziani, che difficilmente potranno essere trasferiti.

Il progetto capra napoletana, prevedeva la conservazione di questa, e l’inserimento all’interno del parco come elemento didattico; la capra e la sua storia nel territorio, la mungitura e la caseificazione dimostrativa, che avrebbe fatto vedere ai bimbi come nasce il latte ed un formaggio.

Inoltre il progetto prevedeva, l’affidamento di tutti i nuovi nati allo zoo ad aziende zootecniche campane, che avrebbero dovuto mantenere ed incrementare i capi, dando un futuro a quest’animale.

“Spero che lo zoo – continua Cirella – non venga definitivamente chiuso, ma che diventi un parco didattico ed uno spazio verde, utilizzabile  da un pubblico che va dai bambini sino agli studenti universitari e che quindi possa diventare un punto di riferimento per la conservazione della biodiversità ed in particolare delle rimanenti razze a rischio di estinzione della Regione Campania, migliorando la struttura e le condizioni di vita di  tutti gli animali ospiti”.

Anche per Vincenzo Peretti, esperto di biodiversità animale  e per Luigi Esposito presidente della Waves (Wild Animals Vigilance Euro-Mediterranean Society), lo zoo potrebbe diventare un punto di riferimento scientifico per la città di Napoli, questo è il momento giusto per partire e per dare la giusta collocazione ad un’area di otto ettari, che si trova al centro di Napoli ricca di varietà botaniche  e non solo di fauna da proteggere, ma anche di beni monumentali di particolare pregio da rivalutare.

Anche con il quotidiano Terra, in collaborazione con la redazione napoletana, di Francesco Emilio Borrelli,  verrà messa in campo un’attività di comunicazione a sostegno dello zoo, coinvolgendo il mondo accademico, scientifico e culturale del  capoluogo partenopeo.

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