Un nuovo progetto che viaggia in rete promosso da Google e da 40 partner che permetto di monitorare in tempo reale la quantità di alberi tagliati o piantati nel pianeta.

L’idea nasce con l’obiettivo di porre un freno al disboscamento di molte aree del pianeta. I numeri della deforestazione sono da capogiro, tra il 2000 e il 2012 sono scomparsi 230 milioni di ettari di alberi dal nostro pianeta.

Cifre che fino a qualche anno fa erano destinate a restare note solo agli addetti ai lavori, ora chiunque fosse interessato può visualizzare i dati e verificare il loro impatto sul nostro pianeta, grazie a Global Forest Watch, una mappa interattiva che traccia tutti gli alberi abbattuti o ripiantati nel mondo negli ultimi dodici anni.

Il sito mette a disposizione gratuitamente più di mezzo miliardo di immagini ad alta risoluzione raccolte dal satellite della Nasa Landset, a cui si aggiungono i dati elaborati dagli enti di ricerca, dai governi e Ong che monitorano sul terreno lo stato della deforestazione.

La mappa è stata realizzata dal colosso Google e permette di attivare timeline che con l’alternarsi di pixel rosa, che riportano gli alberi abbattuti e quelli celesti per quelli piantati, fa capire quali sono le arre più colpite, come il Brasile, l’Indonesia, la Repubblica Democratica del Congo.

Grazie allo zoom è possibile analizzare da vicino qualsiasi area del pianeta, anche quella in cui viviamo. La mappa potrà essere consultata dai governi e dalle autorità locali che potranno avere maggiori informazioni sulle attività di disboscamento di cui spesso non riescono ad avere informazioni.

Il sistema, inoltre, ha un sistema di allarme quando viene rilevata la perdita di aree verdi, permettendo così di individuare i responsabili in tempo utile. Mentre, ci sarà una versione dettagliata che sarà messa a disposizione a pagamento per i fornitori che vogliono certificare la provenienza del legno.

Global Forest Watch è dunque una piattaforma di monitoraggio che in tempo reale vuole cambiare la gestione delle foreste, dove chi farà male all’ambiente sarà beccato e punito in un’ottica di collaborazione con i governi e le organizzazioni.

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