Anche il Soave Superiore Docg, firmato da Cantina di Monteforte, indosserà presto il tappo a vite per prendere a breve la via del mercato inglese e Nord Europeo.
E’ indubbia la soddisfazione in casa dell’azienda, in seguito alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del 16 settembre 2013, relativo al recepimento delle modifiche in materia di chiusura per i vini docg.
Cantina di Monteforte, tra le prime realtà del Veronese ad impiegare questo tipo di chiusura, utilizza oggi il tappo a vite per oltre il 60% dellimbottigliato.
<<Già nel 2006 ricorda Gaetano Tobin, direttore generale di Cantina di Monteforte il nostro importatore inglese scrisse una lettera all’allora ministro dellagricoltura Paolo De Castro, per evidenziargli la necessità di adattare i prodotti ed il loro confezionamento alle esigenze di mercato. Si tratta quindi di una modifica che attendavamo da molto tempo e che piace soprattutto ai nostri clienti oltre confine>>.
Il tappo a vite, già ammesso per il Soave Doc e per il Soave Classico, da adesso potrà quindi essere utilizzato, da quanti lo vorranno, anche per il Soave Superiore Docg. Una libertà di scelta che risponde soprattutto alle esigenze di quelle realtà che vendono allestero, dove da anni questo tipo di chiusura va per la maggiore.
Il fatto di poter utilizzare il tappo a vite anche per il Docg infatti mette i produttori italiani finalmente sullo stesso piano di altri competitor stranieri, in primis la Francia, che da tempo lo impiegano con notevoli ritorni in termini di vendite e fatturato.
<<Dal 2005 ricorda ancora Tobin abbiamo fatto prove comparative sulle differenti chiusure, raffrontando bottiglie di Soave chiuse con tappi a vite, tappi in sughero, tappi sintetici, tappi tecnici, cioè quelli fatti di trucioli di sughero compresso. A distanza di un anno non cerano dubbi: i Soave con tappo a vite risultavano freschi e fruttati come al momento dellimbottigliamento, totalmente privi di difetti>>.
Se all’estero il tappo a vite va per la maggiore, anche in Italia, pur non essendo ancora il mercato del tutto maturo, qualcosa si muove. Questo tipo di chiusura infatti non ha nulla a che spartire i tappi a vite di un tempo, utilizzati per i vini di primo prezzo. Al contrario. Gli attuali tappi a vite sono molto più lunghi ed eleganti, e coprono il collo della bottiglia esattamente come un tappo in sughero.
<<L’integrità del prodotto conclude il direttore Tobin tenderà a prevalere sempre di più rispetto all’importanza della gestualità dello stappare una bottiglia. Non è un caso che molti bar ed enoteche che forniamo da decenni, stiano richiedendo sempre più la nuova chiusura. Si tratta di un sistema che oltre a garantire una migliore conservazione del vino, è sicuramente anche più pratico>>.