Non ha insegna, non è un’alleata della pubblicità, ma vive di un discreto passaparola o attraverso il web. In tempi di spending review cucine, tinelli, sale da pranzo di appartamenti cittadini privati vengono messi a disposizione di chiunque sia disposto a pagare (poco, ma subito ed in contanti).
Naturalmente previa prenotazione, sempre on-line, via email, tramite Facebook o Twitter, anche con una telefonata, talvolta il pagamento è anticipato o con una specie di abbonamento per una serie di pasti a periodo limitato.
A creare il giro a volte è l’inventiva di singole casalinghe appassionate di cucina, impossibilitate ad aprire un locale pubblico per i vari cavilli burocratici o per altri motivi, altre volte sono universitari spinti dalla necessità economica. Le storie ovviamente sono tante e varie.
Esiste anche una via misteriosa che si rivolge ai turisti stranieri di passaggio. Ciò sfugge alle maglie del fisco, infatti non può esistere alcun tipo di scontrino valido, il compenso al massimo va a figurarsi in una specie di ricevuta come libera donazione.
Infine ci sono cuochi che si propongono a domicilio, chef più o meno di rango, che di questi tempi arrotondano offrendosi alle dimore signorili per banchetti e cene importanti.
La vera nota dolente a cui fare attenzione è la genuinità dei prodotti portati in tavola, assieme ad una dubbia professionalità che mette a rischio tutto il resto, igiene compresa. Seppure questa estate sarà ricordata per la crisi che non rallenta, mangiare meno ma meglio….resta un imperativo imprescindibile!
Maria Rosaria Mandiello