POTENZA. Anche in Basilicata la stagione di caccia inizia con la preapertura ed è il peggiore degli inizi possibili. Ancora una volta a prevalere sono le pressioni del mondo venatorio piuttosto che le esigenze della fauna selvatica, le indicazioni del mondo scientifico e le norme europee ed italiane per la tutela della biodiversità.

Si comincia infatti a cacciare fin dal primo settembre, invece che della data canonica della terza domenica di settembre.

Anche se il prelievo sarà in questi giorni consentito su alcune specie, il danno sarà gravissimo per queste specie e per tutte le altre presenti sul territorio, soggette a disturbo ed a possibili danni diretti in un periodo particolarmente delicato della loro biologia come la tarda estate.

Perchè la caccia di settembre è dannosa?

Perché (e lo dice il mondo scientifico e non solo le associazioni di tutela ambientale) la caccia in questo periodo:

– va ad incidere su un periodo in cui tutta la fauna selvatica è in genere messa in difficoltà da condizioni ambientali non facili di fine estate e nel quale non tutti i giovani dell’anno sono ancora completamente indipendenti;

– non essendo ancora giunti i contingenti migratori dal nord, si concentra sui soggetti che nidificano sul nostro territorio e che sono quindi di particolare importanza per la nostra fauna;

– per quanto riguarda le anatre, ricade in un periodo in cui parte delle femmine non hanno ancora completato la muta e possono avere difficoltà di volo;

– comporta un impatto indiretto (disturbo) e anche diretto (possibili atti di bracconaggio) sulle tante specie protette che in questo periodo stanno iniziando il lungo volo migratorio e ancora si trovano sul nostro territorio;

Di fronte a questo e di fronte alla generale non applicazione delle norme europee di tutela nei calendari venatori delle diverse Regioni e Province, il WWF (insieme ad altre Associazioni) ricorrerà ai Tribunali Amministrativi in  diverse regioni italiane e sta valutando anche l’opportunità di ricorrere al TAR Basilicata per chiedere la giusta tutela della nostra fauna.

Già lo scorso mese di giugno numerose associazioni, tra cui il WWF, inviarono una lettera/diffida alla Regione ed alle istituzioni competenti, con richieste molto puntuali per l’applicazione delle nuove e più rigorose norme introdotte recentemente dall’articolo 42 della Legge Comunitaria 2009 approvata dal Parlamento negli scorsi mesi (Legge 96/2010).

Successivamente, inoltre, sono state emesse specifiche Linee Guida dall’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – che più dettagliatamente illustravano la strada da percorrere, validando largamente gli elementi già posti dalle associazioni.

In sostanza è ora obbligatorio prevedere la chiusura o la limitazione temporale della caccia in alcuni periodi per molte specie, nonché l’applicazione rigorosa di principi di conservazione a tutela della fauna selvatica, sempre di derivazione europea, a cui le Amministrazioni devono attenersi.

Pressoché nulla però è stato fatto dalle Amministrazioni e la preapertura ne è una dimostrazione eclatante. Stupisce inoltre che anche quest’anno come gli anni scorsi, la prima proposta dell’ufficio caccia  della regione Basilicata   prevedeva giustamente l’apertura della stagione venatoria nella terza domenica di settembre, mentre la Giunta, evidentemente sensibile alle pressioni del mondo venatorio, ha invece approvato la pre-apertura al 1° settembre!

Ai cacciatori un appello in extremis da parte del Presidente del WWF Italia Stefano Leoni e del presidente regionale Vito Mazzilli:

Non scendete in campo nei giorni della preapertura; ne gioverebbe la fauna, ne gioverebbero tutti i cittadini (liberi di muoversi senza spari negli ultimi giorni di estate), ne giovereste anche voi.

In vista della nuova stagione venatoria ormai alle porte è questa la richiesta del  WWF che invita tutte le associazioni venatorie a chiedere ai loro iscritti di dimostrare la propria volontà a contribuire alla tutela dell’ambiente, nell’anno dedicato dall’ONU alla biodiversità. Questo consentirebbe inoltre alla stragrande maggioranza della popolazione, peraltro contraria alla caccia, di poter andare i fine settimana di settembre senza rischio nei boschi.

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